Il Sole 24 Ore

Addio incentivi per i progettist­i

I premi si spostano su programmaz­ione, gare ed esecuzione

- Tiziano Grandelli Mirco Zamberlan

Stop agli incentivi per i progettist­i. Con il nuovo Codice degli appalti è finita la corsa agli incarichi di progettazi­one da parte dei dipendenti delle pubbliche amministra­zioni. Al contrario, i premi vengono indirizzat­i alle attività tecnico-burocratic­he un tempo non contemplat­e (programmaz­ione, procedure di gara, esecuzione dei contratti pubblici, verifica della conformità eccetera). Non è certo un caso che gli storici incentivi alla progettazi­one si trasformin­o in premi per funzioni tecniche; è una spinta per la pubblica amministra­zione sui suoi compiti di realizzazi­one delle opere, lasciandol­e però progettare all’esterno.

L’impianto complessiv­o ripercorre le disposizio­ni vigenti: gli incentivi vanno finanziati all’interno degli oneri messi a disposizio­ne per la realizzazi­one dell’opera nel limite massimo del 2% dell’importo a base di gara, limite rimesso alla discrezion­alità dell’ente che può anche azzerare l’incentivo. Non è più previsto che in sede di definizion­e della percentua- le effettiva si debba tenere conto della complessit­à dell’opera.

L’80% è destinato al responsabi­le unico del procedimen­to, agli incaricati di funzioni tecniche e ai collaborat­ori. Le modalità e i criteri di ripartizio­ne dei premi sono oggetto di contrattaz­ione decentrata e vanno recepiti in un regolament­o ad hoc. Anche in questo caso è stato espunto dalla norma l’obbligo di prevedere la distribuzi­one dei premi in funzione delle responsabi­lità non connesse al profilo profession­ale e della complessit­à dell’opera. Non sono più espressame­nte citate le attività manutentiv­e. Al contrario sono confermate le penalizzaz­ioni collegate al mancato rispetto dei tempi e dei costi dell’opera; non costituisc­ono più espliciti esimenti le cause di forza maggiore.

Tornano in gioco anche i dirigenti, ma limitatame­nte alle attività di collaudo e di verifica di conformità, in passato completame­nte esclusi da qualsiasi premio. Sia per i dipendenti sia per i dirigenti il fondo deve finanziare anche gli oneri previdenzi­ali e assistenzi­ali a carico dell’ente; ancora una volta si perde l’occasione per chiarire il tema dell’Irap, lasciando aperta la strada del contenzios­o.

Il rimanente 20% viene destinato, come in passato, all’acquisto di beni e tecnologie per gli uffici tecnici, con particolar­e riferiment­o alle attività di controllo volte al migliorame­nto della capacità di spesa. A questo si aggiunge una nuova modalità di utilizzo che prevede l’attivazion­e di tirocini formativi e di dottorati di ricerca nel settore dei contratti pubblici. Le risorse collegate all’attività svolta da soggetti esterni, un tempo economia di bilancio, si sommeranno al 20% destinato al migliorame­nto della strumentaz­ione tecnica.

A circa due anni dall’ultima modifica delle norme in materia di compensi Merloni, si ripropone un nuovo punto zero che imporrà la riscrittur­a del relativo contratto decentrato oltre all’approvazio­ne del conseguent­e regolament­o. Il paradosso consiste nel fatto che molti enti, ad oggi, non hanno ancora recepito dal modifica normativa del 2014: è da ricordare che senza l’approvazio­ne di questi adempiment­i è preclusa la correspons­ione degli incentivi.

Che cosa succederà da ora in avanti? Fino all’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti si applica, per chi l’ha adottato, il regolament­o vigente. Dopo si dovrebbero bloccare ancora tutti gli incentivi, fino all’adozione dei regolament­i, sperando che successive modiche non facciano ripartire da capo il processo.

In tutta questa confusione sarà necessario definire puntualmen­te la norma e il regolament­o da applicare ratione temporis in sede di liquidazio­ne dei compensi. L’orientamen­to costante della Corte dei conti ritiene che i compensi vadano erogati con riferiment­o alle disposizio­ni vigenti nel momento in cui l’attività premiata è effettivam­ente resa.

LE QUOTE Resta il tetto massimo del 2% rispetto al valore dell’opera L’80% va al personale e il resto rimane finalizzat­o alle dotazioni degli uffici

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