Il Sole 24 Ore

Banco-Bpm, la fusione avvia il riassetto del credito

Moody’s: aggregazio­ne positiva per tutto il settore

- Marco Ferrandou

Nuovi giudizi positivi sulla fusione Banco Popolare-Bpm, dopo il sì informale Bce. Per Moody’s «è positiva per le due banche e per il sistema bancario italiano». La creazione della “super-Popolare” con 170 miliardi di attivi apre la stagione di riassetto del credito: cresce l’attesa per le prossime alleanze.

Gli analisti di Moody’s, solitament­e poco inclini a fare sconti quando si tratta di banche italiane, ieri hanno sentenziat­o che la fusione fra Bpm e Banco Popolare sarà «positiva per le due banche così come per l’intero sistema bancario italiano». Un report, a poche ore dalla prima conference call congiunta Saviotti-Castagna, che certifica le attese del mercato sul riassetto del credito in Italia, ancora molto (troppo?) polarizzat­o rispetto al resto d’Europa e con diversi dossier aperti che necessiter­ebbero di una spinta per giungere a buon fine.

Nel caso delle nozze tra Milano e Verona, date per morte appena otto giorni fa, la spinta c’è stata. Da parte della politica, con il Governo che ha “riportato all’ordine” i sindacati e rilanciato la moral suasion sulle banche, da parte della Vigilanza Bce, che - pur alle proprie condizioni - ha reso possibile lo sprint finale ma anche dei due istituti, Verona soprattutt­o, che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo.

Il nodo npl

Un benchmark ora c’è. Anche se si presta a una doppia lettura: perché se è vero che le nozze annunciate mercoledì sera dimostrano che il pluri-invocato m&a può trovare applicazio­ne pratica, è altrettant­o vero che la strada per le sinergie può riservare qualche onerosa sorpresa. È il caso del miliardo di sovrattass­a a carico del Banco preteso dalla Bce, per limitare in partenza l’impatto degli Npl sulla futura terza banca italiana. La lunga via per una migliore asset quality, titolava un report di Barclays, enfatizzan­do che l’alleggerim­ento della zavorra dei crediti deteriorat­i rimane un tema improcrast­inabile, mentre secondo gli analisti di Goldman Sachs l’operazione potrà avere ricadute per tutte le banche, a partire da quelle che stanno valutando operazioni straordina­rie.

Uno scenario, questo, auspicato dalla stessa Bce, visto che non più tardi di mercoledì la responsabi­le della Vigilanza Bce, Danièle Nouy, ha auspicato che a quella tra Banco e Bpm possano seguire altre fusioni. La Nouy ha poi specificat­o che le condizioni poste a Milano e Verona sono state particolar­mente severe perché c’era in ballo la nascita della terza banca italiana, ma certo sarà un punto dirimente (e così si possono spiegare i cali generalizz­ati dei titoli bancari nella seduta di giovedì, mentre ieri Piazza affari è rimasta chiusa).

I dossier sul tavolo

Sta di fatto che il riassetto di settore potrebbe trovare nuova linfa. Forse non subito, ma la direzione è quella. A partire dal Nord-Est, dove sia la Popolare di Vicenza - che oggi raduna i soci per approvare il bilancio - sia Veneto Banca, appena terminata la via crucis di aumento e Ipo cercherann­o di capitalizz­are la ritrovata solidità in un’aggregazio­ne. Bper guarda uf- ficialment­e alla Valtellina, ma prima dovrà trasformar­si in Spa. E lo stesso può dirsi per il CreVal o Popolare Sondrio, potenziali partner. Ubi, rimasta single dopo aver flirtato sia con il Banco che con Bpm, continua a punta re al Monte dei Paschi, ma la partita è troppo impegnativ­a per essere giocata da sola. Ed è così che su Siena, come su altri dossier critici, il mercato inizia a speculare su un possibile intervento “di sistema”, magari promosso o comunque partecipat­o dalla Cdp: «Credo che nelle prossime settimane si possa trovare una soluzione positiva anche per quelle realtà che richiedono un intervento come Mps, Carige e le due venete», ha detto l’altroieri il presidente dell’Acri e di Fondazione Cariplo, in una chiosa non passata inosservat­a accanto al commento su Banco-Bpm, definito «una bella iniziativa, importante e lungimiran­te».

Ea intensific­are ulteriorme­nte il traffico nei prossimi mesi ci sarà anche la cessione delle quattro good bank nate dal salvataggi­o di Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti, destinate a rimescolar­e ulteriorme­nte le carte del settore.

Il cantiere Banco-Bpm

Intanto a Milano e Verona, in attesa dell’aumento da un miliardo del Banco- in parte riservato, e dunque utile a testare l’interesse del mercato sulle concentraz­ioni - già la prossima settimana entrerà nel vivo il cantiere dell’integrazio­ne.

L’altroieri Saviotti e Castagna (si vedano le intervista nella pagina a lato), hanno offerto i primi dettagli su un’integrazio­ne da cui il mercato si attende 900 milioni di utili al 2019 in base alle prime simulazion­i, a breve si aspetta di conoscere come si procederà nella razionaliz­zazione delle partecipat­e e nella spartizion­e delle strutture tra le due sedi, con Milano che dovrebbe diventare quartier generale di private banking, asset management, finanza e probabilme­nte risorse umane. E sempre a Milano, dove ieri si è registrata la «piena soddisfazi­one» dell’azionista Fondazione CrAlessand­ria, si lavora al rinnovo del Consiglio di Sorveglian­za con l’assemblea del 30 aprile. Ieri il segretario generale della Uilca Massimo Masi ha auspicato «una lista unica per questa breve transizion­eansiz».

I DOSSIER Le popolari venete cercherann­o un’aggregazio­ne subito dopo gli aumenti, le mire di Bper sulla Valtellina e quelle di Ubi su Siena

IL NODO DEL CREDITO Per gli analisti l’aumento da un miliardo imposto dalla Vigilanza potrebbe essere benchmark anche per le altre operazioni

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