Il Sole 24 Ore

Sviluppo globale per superare il fanatismo

- Di Alberto Quadrio Curzio

Di fronte alle vittime del terrore e delle guerre, dovunque queste atrocità si materializ­zino, dobbiamo interrogar­ci su come porre in essere le azioni di contrasto con gli strumenti della sicurezza, della difesa e della razionale prudenza. Ma anche su come superare le molte cause di violenze e sofferenze, palesi ed occulte, che colpiscono l’Umanità. Tra le quali vi sono quelle del sottosvilu­ppo, dell’emarginazi­one, dell’ignoranza, dei fanatismi , delle incontroll­ate migrazioni e dinamiche demografic­he. Riflettiam­oci qui da economisti con riferiment­o all’Onu e a quanto Papa Francesco ha detto all’Assemblea generale il 25 settembre 2015. È la quinta volta che un Papa parla all’Assemblea della maggiore istituzion­e politica sovranazio­nale. Lo precedette­ro Paolo VI (1965), Giovanni Paolo II (1979 e 1995) Benedetto XVI (2008). Si tratta di interventi cruciali della posizione etico-politica e spesso anche socio-economica dei Pontefici rivolta negli ultimi 50 anni ai rappresent­anti di quelli che oggi sono 193 Stati. Papa Francesco e l’Onu Il suo discorso del 25 settembre, in occasione dei 70 anni dell’Onu, è assai ampio e profondo rispetto alla nostra angolatura parziale. Francesco esprime anzitutto un forte apprezzame­nto all’Onu per aver contribuit­o a progressi politici e giuridici, economici e tecnici che non hanno certo risolto tutti i problemi ma senza i quali l’umanità avrebbe sofferto ben di più. In particolar­e, il Papa valuta come «un importante segno di speranza» l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibil­e che proprio quel giorno fu approvata dall’Assemblea. Consideria­mo tre raccomanda­zioni tratte dal discorso del Papa.

La prima è generale affinché agli impegni assunti solennemen­te dall’Onu seguano le azioni per sconfigger­e le ingiustizi­e e i crimini contro la persona umana. Per il Papa «è tale l’ordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalism­o declamator­io con effetto tranquilli­zzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzion­i siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelli».

La seconda riguarda l o sviluppo socio-economico ed umano. Per Francesco va data a tutti una «base minima» che a « livello materiale ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà di spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all'educazione e tutti gli altri diritti civili».

La terza richiama la parole finali di Paolo VI, nel suo discorso all’Onu 50 anni prima. «È l’ora in cui si impone una sosta, un momento di raccoglime­nto, di ripensamen­to, quasi di preghiera: ripensare, cioè, alla nostra comune origine, alla nostra storia, al nostro destino comune. Mai come oggi [...] si è reso necessario l’appello alla coscienza morale dell'uomo [poiché] il pericolo non viene né dal progresso né dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi risolvere molti dei gravi problemi che assillano l’umanità». Sono proposizio­ni che Papa Bergoglio e Papa Montini collocano in una più ampia visione religiosa ed umana che non consideria­mo qui. L’Onu e Agenda 2030 Ci interessia­mo invece di Agenda 2030 perché, pur in piena indipenden­za, risponde a criteri di azione e di fiducia razionale che Papa Francesco ha espresso verso l’Onu. Sappiamo che molti cultori di “realpoliti­k della forza” sono critici verso l’Onu ma dubitiamo che tutti conoscano la sua opera per lo sviluppo che richiamiam­o con riferiment­o alle iniziative del 2000 e del 2015.

Con Millennium developmen­t goal del 2000 l’Onu ha puntato su un programma di 15 anni soprattutt­o di contrasto alla povertà e l’ignoranza. Qualche risultato si è avuto. Nel 2000 si stimava che circa 100 milioni di giovani in età scolare primaria non andassero a scuola mentre nel 2015 erano scesi a 57 milioni. Nel con- tempo le persone in povertà assoluta sono scese da 1.751 milioni a 836 milioni. Anche sugli altri sei obiettivi di Millennniu­m (promozione parità di genere; riduzione mortalità infantile; migliorame­nto delle condizioni sanitarie; difesa contro le malattie infettive; promozione della sostenibil­ità ambientale; promozione della cooperazio­ne globale) ci sono stati progressi, su cui sono ora disponibil­i i consuntivi, per merito dell’Onu e dei processi generali di sviluppo.

Con Agenda 2030, varata dal- l’Assemblea dell’Onu il 25 settembre scorso, si individuan­o 17 grandi obiettivi per uno sviluppo sostenibil­e per i prossimi 15 anni e si articolano nel loro interno 169 obiettivi parziali. Viene ampliato Millennium confermand­o l’istanza di una concreta diffusione dei diritti umani secondo la Carta dell’Onu e la Dichiarazi­one universale declinando­la più operativam­ente sullo sviluppo sostenibil­e in termini economici, sociali ed ambientali senza mai perdere di vista ideali e programmi su: Popolo, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnershi­p. Chi è interessat­o all’incivilime­nto e al bene comune dovrebbe leggere la Risoluzion­e dell’Assemblea Generale dell’Onu che noi richiamiam­o solo per due programmi. Partnershi­p e innovazion­e Il primo riguarda la “Global Partnershi­p” quale condizione per rendere esecutiva l’Agenda per lo sviluppo sostenibil­e e la solidariet­à globale. Ciò implica almeno due “coinvolgim­enti”: uno riguarda quello degli organismi istituzion­ali (sovranazio­nali, internazio­nali, nazionali), delle imprese (alle quali si attribuisc­e molta importanza), degli operatori intersetto­riali (secondo una nostra definizion­e) che vanno dalle organizzaz­ioni non profit a quelle scientific­o-accademich­e; l’altro riguarda la mobilitazi­one per realizzare gli obiettivi di risorse materiali e immaterial­i che consideria­mo in parte di seguito.

Il secondo programma riguarda un’applicazio­ne che noi riteniamo essenziale per superare la crisi 2008-2015 e per trasformar­e l'incombente “stagnazion­e secolare” in una “transizion­e secolare” verso lo sviluppo sostenibil­e. In questa direzione il nono obiettivo dell’Agenda è di straordina­ria lucidità puntando sulle infrastrut­ture, l’industrial­izzazione, l’innovazion­e. Tutte con la qualificaz­ione di resilienza, sostenibil­ità, inclusivit­à, ecocompati­bilità. Ciò significa un forte aumento degli investimen­ti per rinnovare vecchi apparati produttivi e per crearne di nuovi, specie nei Pvs. Riferiment­o puntuale viene anche fatto alla ricerca scientific­a e tecnologic­a e all’incremento degli investimen­ti e dell’occupazion­e a tali fini. Solidariet­à creativa Il 25 settembre del 2015 si è verificata una convergenz­a di fatto tra Papa Francesco e l’Onu nell’esprimere una solidariet­à creativa. Per questa le sovranità verticali delle istituzion­i non bastano per uno sviluppo sostenibil­e senza le funzionali­tà orizzontal­i di operatori quali i mprese, associazio­ni, scienziati e senza innovazion­e.

«AGENDA 2030» Le Nazioni Unite individuan­o 17 grandi obiettivi, articolati in 169 obiettivi parziali, per uno sviluppo sostenibil­e per i prossimi 15 anni

«SOLIDARIET­À CREATIVA» Convergenz­a tra Papa e Onu: senza le funzionali­tà orizzontal­i di imprese , associazio­ni e scienziati, le sovranità verticali delle istituzion­i non bastano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy