Il Sole 24 Ore

Technogym pronta al debutto In Borsa il 30-40% del capitale

Avviato il progetto per collocare il 30-40% del capitale

- Carlo Festau

pT echnogym prepara il debutto a Piazza Affari. La società controllat­a da Nerio Alessandri ha infatti avviato il processo con la presentazi­one della domanda in Borsa Italiana.

Ma, nel frattempo, la macchina organizzat­iva sta proseguend­o anche su altri fronti. Sarebbe infatti in corso una fase di premarketi­ng: incontri con possibili investitor­i istituzion­ali, soprattutt­o esteri, si sarebbero già tenuti nelle ultime settimane. Al lavoro sulla quotazione dell’azien- da, controllat­a dall’imprendito­re Nerio Alessandri con il 60% delle azioni, sono Goldman Sachs, Mediobanca, Jp Morgan e, come consulente dell’azionista di controllo, il banker ex-Mediobanca Maurizio Cereda.

Dopo questo passo con Borsa Italiana, sarà comunque atteso anche il via libera della Consob all’operazione che prevede la quotazione di circa il 30-40% dell’azienda romagnola. All’atto della quotazione, che dovrebbe concretizz­arsi in maggio se tutto andrà secondo le attese, dovreb- be disinvesti­re buona parte della sua quota, anche se non tutto il suo 40%, il fondo Arle Capital, che è entrato in Technogym 8 anni fa investendo circa 400 milioni di euro. A influire sulla rapidità del debutto saranno anche le condizioni dei mercati e la volatilità delle Borse. Non è un mistero che fino a qualche mese fa era in corso un dual track, cioè un doppio binario, sulla quota che Arle Capital deve vendere entro giugno in base agli accordi stabiliti con Alessandri stesso.

pTechnogym prepara il debutto a Piazza Affari. La società, leader internazio­nale del fitness, controllat­a da Nerio Alessandri ha infatti avviato il processo con la presentazi­one della domanda in Borsa Italiana.

Ma, nel frattempo, la macchina organizzat­iva sta proseguend­o anche su altri fronti. Sarebbe infatti in corso una fase di pre-marketing: incontri con possibili investitor­i istituzion­ali, soprattutt­o esteri, si sarebbero già tenuti nelle ultime settimane. Al lavoro sulla quotazione dell’azienda, controllat­a dall’imprendito­re Nerio Alessandri (assieme al fratello Pierluigi) con il 60% delle azioni, sono Goldman Sachs, Mediobanca, Jp Morgan e, come consulente dell’azionista di controllo, il banker ex-Mediobanca Maurizio Cereda.

Dopo questo passo con Borsa Italiana, sarà comunque atteso anche il via libera della Consob al prospetto: l’operazione prevede la quotazione di circa il 3040% dell’azienda romagnola.

All’atto dell’Ipo, che dovrebbe concretizz­arsi in maggio se tutto andrà secondo le attese, dovrebbe disinvesti­re buona parte della sua quota, anche se non tutto il suo 40%, il fondo Ar- le Capital, che è entrato in Technogym 8 anni fa investendo circa 400 milioni di euro.

A influire sulla rapidità (o meno) del debutto saranno anche le condizioni dei mercati e la volatilità delle Borse. Non è un mistero che fino a qualche mese fa era in corso un dual track, cioè un doppio binario, sulla quota che Arle Capital deve vendere entro giugno in base agli accordi stabiliti con Ales- 7 Ipo è l’acronimo inglese di Initial public offer, ovvero Offerta pubblica iniziale. Di fatto è la quotazione in Borsa di un’azienda. Un’Ipo avviene secondo varie modalità: con l’Offerta pubblica di sottoscriz­ione, si metteno in offerta azioni di nuova emissione; con l’Offerta pubblica di vendita si collocano titoli posseduti dagli attuali azionisti. sandri stesso. Tanto che il dossier è già stato esaminato da grandi private equity come il fondo di Singapore Temasek e il gruppo scandinavo Eqt.

In termini di valutazion­i, secondo quanto indicato dal servizio di intelligen­ce Dealreport­er nei giorni scorsi, i termini di confronto potrebbero essere il gruppo finlandese Amer Sports, quello statuniten­se Escalade Sports (quotato sul Nasdaq), gli altri gruppi americani Vf e Wolverine Sports ma anche il gruppo giapponese Japan’s Shimano. Sempre secondo Dealreport­er applicando una media dei multipli di 12,4 volte il margine operativo lordo,la valutazion­e d’impresa potrebbe essere attorno a 1,07 miliardi di euro basato sul Mol 2015 di 86,7 milioni di euro e un debito netto di circa 57 milioni.

Tuttavia Technogym potrebbe anche guardare a multipli più elevati rispetto alle conglomera­te delle attrezzatu­re sportive, multipli quindi confrontab­ili a quelli del lusso italiano. Infatti Nerio Alessandri punterebbe all’Ipo della sua Technogym con una equity story paragonabi­le a quella dei grandi brand tricolori, insomma un Made in Italy di alta gamma a tutti gli effetti.

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Technogym verso la Borsa.La sede del gruppo emiliano

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