La reazione del mercato sarà decisiva per il sistema
«La fusione tra Bpm e Banco Popolare deve essere un successo perchè potrebbe essere la prima di una serie». Si vedrà se l’auspicio di madame Danièle Nouy, capo della supervisione bancaria della Bce, si concretizzerà davvero con altre operazioni di merger bancario in Italia. Molto dipenderà da quanto la stessa Bce manterrà fede all’altra promessa fatta pochi giorni fa, ovvero che in altri progetti di fusione in Italia non si applicheranno gli stessi criteri rigidi sul capitale e sulla copertura dei crediti deteriorati richiesti per la creazione della terza banca italiana. O almeno: non per le aggregazioni tra le banche medie.
Dunque, i criteri rigidi chiesti a Bpm-Banco non diventeranno un benchmark per le future aggregazioni. Il mercato se ne convincerà o continuerà ad avere dubbi dopo l’approccio della vigilanza su Bpm-Banco? La reazione degli investitori nelle prossime settimane sui titoli del settore bancario italiano sarà decisiva per capire se il tanto atteso processo di aggregazioni prenderà slancio, migliorando l’efficienza e la redditività del sistema.
Giovedì scorso, nell’unico giorno di Borsa aperta postannuncio dell’operazione, i segnali non sono stati positivi. E’ vero che l’indice generale Ftse Mib ha perso l’1,61% in linea con le altre piazze europee (a causa del calo dei prezzi del petrolio e dei timori per una stretta dei tassi della Fed). Ed è anche vero che una prima reazione negativa sui due titoli coinvolti nell’operazione poteva essere in conto, dato che nell’immediato ha pesato più l’effetto-sorpresa per l’aumento da un miliardo del Banco (-4,8%) che comporterà una diluizione per gli azionisti rispetto ai vantaggi di medio periodo in termini di sinergie e di maggiore redditività della combined entity. Per effetto del concambio prefissato, peraltro, Bpm (-5,35%) è destinata a muoversi d’ora in poi di pari passo con i titoli del Banco.
L’elemento non prevedibile è che tutte le banche quotate, soprattutto quelle di fascia media candidate alle aggregazioni, abbiano subito ribassi del 4-5%. E’ presto per dire se si tratti di timori per un adeguamento delle coperture su crediti agli stessi di livelli di quelli di Bpm-Banco. O se invece si sia trattato di una giornata di realizzi generalizzati, prima del lungo week end di mercati chiusi. La settimana prossima sarà dunque decisiva per iniziare a capire la reazione definitiva degli investitori, cui in queste ore stanno arrivando i report degli analisti sull’operazione e sull’impatto sul settore. Da Moody’s ieri è arrivata una benedizione, non scontata. E dalle prime note di commento dei grandi brokers, emerge un quadro positivo per il settore bancario con un generale rerating delle valutazioni post fusione Bpm-Banco Popolare.
Un quadro più “sereno” aiuterebbe tutte le banche considerate più fragili dal mercato, a partire da Mps e Banca Carige. E sarebbe decisivo per facilitare le operazioni di quotazione in Borsa e aumento di capitale di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, alle prese entro l’estate con le ricapitalizzazioni imposte dalla vigilanza europea.