Il Sole 24 Ore

Retata anti-Isis in mezza Europa

Arresti in Belgio e Germania, sventato attacco in Francia - Il covo di Salah segnalato a dicembre

- Roberto Bongiorni

pI più ottimisti l’hanno definita la resa dei conti. Il presidente francese François Hollande ha perfino detto che la cellula terroristi­ca autrice degli attentati di Parigi e Bruxelles sta per essere «annientata», pur precisando che la minaccia resta per la presenza di «altre reti terroristi­che». In realtà la serie di blitz anti-terrorismo che hanno coinvolto il Belgio, ma anche la Francia e la Germania, suggerisce che le cellule jihadiste dell’Isis sparse in Europa sono molto più grandi, agguerrite e interconne­sse di quanto si pensasse.

Dopo le operazioni di giovedì sera concluse con sei persone fermate a Bruxelles, sempre nella capitale belga ieri le forze speciali hanno arrestato un uomo, dopo averlo ferito alle gambe, nell’ormai noto quartiere Schaerbeek. L’individuo di cui non si conoscono le generalità è stato definito un «pesce grosso». Nelle stesse ore, le forze anti terrorismo francesi hanno condotto un’operazione ad Argenteuil, a nord di Parigi, arrestando un altro pezzo mancante del puzzle. Si tratta di Reda Kriket. Secondo le autorità era «allo stadio avanzato» nella preparazio­ne di un altro attentato in Francia. Kriket, francese, era un nome noto agli inquirenti, già condannato in contumacia in Belgio insieme ad Abdelhamid Abaaoud, l’uomo designato dall’Isis per organizzar­e gli attentati in Europa ed ucciso il 17 novembre dalle forze francesi a Saint-Denis. Nell’abitazione di Kriket è stato ritrovato esplosivo Tapt, lo stesso tipo utilizzato negli attentati del 13 novembre allo Stade de France.

Una giornata davvero convulsa. Mentre il Governo del Belgio annunciava di inviare i suoi caccia-bombardier­i F-16 per colpire l’Isis in Siria, e l’ambasciata d’Italia a Bruxelles comunicava l’identifica­zione della salma della connaziona­le Patricia Rizzo, deceduta nell’attentato alla stazione del metrò di Maelbeek del 22 marzo, in Germania due blitz hanno portato all’arresto di due persone sospettate di essere coinvolte negli attentati. Sul telefonino di uno dei due sarebbero stati trovati messaggi sospetti che porterebbe­ro agli ambienti frequentat­i dai kamikaze. L’altro sarebbe un marocchino arrestato a Giessen, che potrebbe essere uno dei complici che si trovavano con Salah Abdeslam al momento del suo arresto a Molenbeek. Era in possesso di una falsa patente italiana.

Sul fronte delle indagini intanto è arrivata la conferma che era Najim Laachraoui l’uomo che martedì mattina ha azionato la seconda esplosione all’aeroporto di Zaventem. Laachraoui, secondo gli inquirenti belgi, «appariva anche nel dossier della Procura federale aperto dopo gli attentati di Parigi». Intanto spunta fuori il nome di un altro jhadista ritenuto coinvolto negli attacchi sia di Parigi e di Bruxelles. Il suo nome sarebbe Naim Al Hamed, 28 anni, cittadino siriano.

Con il passare del tempo sta venendo a galla il ruolo di “regista degli attentati di Parigi” di Abdelhamid Abaaoud. Il terrorista belga era in stretto contatto con Abdeslam, l’ultimo sopravviss­uto della strage di Parigi arrestato sabato nel quartiere di Molonbeek, a Bruxelles. Secondo Le Monde Abdeslam non si sarebbe fatto saltare in aria perché la sua cintura da kamikaze «mancava di liquido esplosivo». Altra notizia inquietant­e: i due fratelli kamikaze degli attentati di Bruxel- les - Ibrahim e Khalid El Bakraoui – progettava­no di attaccare una centrale nucleare in Belgio.

La strage di Bruxelles poteva comunque finire peggio. Secondo le ricostruzi­one dei media belgi Abdeslam stava organizzan­do insieme ai due complici Mohamed Belkaid e Amine Choukri un attacco a Bruxelles che avrebbe unito il suo gruppo di fuoco armato di kalashniko­v ai kamikaze del covo di Schaerbeek, per portare il terrore nelle strade della capitale belga così come era stato fatto a Parigi. Intanto Salah ha deciso di non collaborar­e più con gli investigat­ori come aveva annunciato il suo avvocato dopo l’arresto.

Più passano i giorni e più emergono clamorose falle nella gestone dei servizi di sicurezza belgi, nei controlli, nelle comunicazi­oni – mancate o rallentate – tra i vari apparati della sicurezza e tra quelli giudiziari. Secondo quanto emerso da un’inchiesta avviata da una commission­e belga, già in dicembre la polizia era al corrente della presenza di Abdelslam a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles definito ormai la centrale del jihadismo europeo.

Dal 7 dicembre, quindi tre mesi e mezzo fa, un agente di polizia di di Mechelen, città del Nord del belgio, nella provincia di Anversa, era entrato in possesso di informazio­ni importanti ed aveva segnalato in un rapporto proprio l’indirizzo - rue des Quatre vents 79 – come sospetto rifugio di Abdelslam. Vale a dire il luogo dove venerdì 18 marzo è stato arrestato il terrorista. Sembra paradossal­e ma sembra che l’agente avesse inserito l’indirizzo in un rapporto confidenzi­ale il cui destinatar­io era la cellula antiterror­ismo della polizia giudiziari­a federale di Bruxelles. Eppure il rapporto non sarebbe mai arrivato. Secondo alcune fonti sarebbe volontaria­mente rimasto per oltre tre mesi presso la di polizia di Mechelen.

LA VITTIMA ITALIANA Le autorità hanno comunicato l’identifica­zione di Patricia Rizzo, uccisa alla stazione di Maelbeek

 ?? AFP ?? Un’altra operazione. Forze speciali belghe intervengo­no al quartiere di Schaerbeek
AFP Un’altra operazione. Forze speciali belghe intervengo­no al quartiere di Schaerbeek

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy