Il Sole 24 Ore

Il Governo italiano: vogliamo tutta la verità, non ci accontenti­amo

- Laura Di Pillo

Una ricostruzi­one, l’ennesima, che non convince nessuno. Anzi suscita una nuova bufera politica nelle relazioni con l’Egitto sullo stallo di un’indagine che il Governo italiano «è determinat­o a chiarire» fanno sapere da Palazzo Chigi «tutta la verità o non ci accontenti­amo». L’esecutivo «è determinat­o a fare piena luce, senza ombre o aloni» sulla morte del giovane ricercator­e italiano rapito due mesi fa al Cairo e trovato morto la sera del 3 febbraio con evidenti segni di tortura.

«L’Italia insiste: vogliamo la verità» scrive su Twitter il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Una vicenda che resta oscura dopo che il Governo egiziano ha fatto sapere di aver ucciso una banda di criminali che, secondo le ricostruzi­oni della Procura del Cairo sarebbe responsabi­le della morte di Regeni. Versione poco credibile, su cui in serata ha frenato anche il ministero dell’Interno del Cairo. Le autorità egiziane assicurano tuttavia che le indagini continuano «in coordiname­nto» con il pool di investigat­ori italiani.

Ennesima verità pre confeziona­ta che sa di beffa. Ci avevano già provato due giorni dopo il ritrovamen­to del corpo di Regeni offrendo all'Italia l'arresto di due spacciator­i comuni che il Cairo voleva far passare come i suoi assassini. Ora le autorità egiziane vanno oltre, confeziona­ndo una nuova 'versione piena di incongruen­ze, omissioni, confession­i ad hoc. Senza indicare un movente credibile, fornire una plausibile ricostruzi­one su dove, come e quando Regeni sia stato sequestrat­o e torturato. «La Procura di Roma - spiega il Capo Giuseppe Pignatone - ritiene che gli elementi finora comunicati dalla Procura egiziana non siano idonei per fare chiarezza sulla morte di Giulio Regeni». Necessario quindi «che le indagini proseguano, come del resto si evince dal comunicato diramato dal ministero dell'Interno egiziano» sottolinea Pignatone ribadendo che gli inquirenti «restano in attesa delle informazio­ni e degli atti richiesti e sollecitat­i». Una posizione che incassa il «pieno sostegno e apprezzame­nto» da parte di Palazzo Chigi.

Verità torna a chiedere la famiglia in contatto con il premier Renzi. I genitori di Giulio Regeni si dicono «feriti ed amareggiat­i dall'ennesimo tentativo di depistaggi­o da parte delle autorità egiziane» e «certi della fermezza con la quale saprà reagire il nostro Governo». Debora Serracchia­ni, vice segretario del Pd chiede al Cairo chiarezza: «il Governo egiziano ha preso impegni molto precisi sul caso Regeni, - sottolinea la Serracchia­ni - e noi ci attendiamo che dimostri di mantenere la parola, una priorità non trattabile». Insomma, un caso difficile che mette a dura prova rapporti diplomatic­i e commercial­i consolidat­i e finora indiscussi. «Basta con le ricostruzi­oni false e ignobili»dice Mara Carfagnapo­rtavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati Un’ennesima fabbricazi­one di prove anche per l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino: «Dalle ricostruzi­oni mi sembra che le diffidenze e i dubbi degli investigat­ori italiani siano più che fondati» ammette la Bonino. Esprime forti perplessit­à anche Enrico Letta. In un tweet l’ex premier scrive «mi dispiace, io non ci credo». Mentre in una nota il deputato del M5S Alessandro Di Battista chiede al ministro Gentiloni di fare chiarezza in Parlamento. «Il Governo italiano non si rassegni. Ritiri l'ambasciato­re dal Cairo. Faccia capire all'Egitto che questo Paese pretende verita' e giustizia fino in fondo» dice Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana.

 ?? ANSA ?? Roma. Giuseppe Pignatone, procurator­e capo della Repubblica di Roma
ANSA Roma. Giuseppe Pignatone, procurator­e capo della Repubblica di Roma

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy