Bertolaso non cede ma apre a Marchini
Si inasprisce lo scontro tra Pd e la candidata M5S Raggi dopo il caso Acea
Guido Bertolaso non cede ma neppure ci sta a fare l’agnello sacrificale delle lotte interne al centrodestra a Roma. E parallelamente salgono i toni dello scontro tra Pd e M5S, accreditando sempre di più l’ipotesi che saranno loro a fronteggiarsi al ballottaggio alle amministrative di giugno.
La mossa di avvicinamento all’imprenditore Alfio Marchini è la risposta dell’ex capo della Protezione civile, candidato sindaco fortemente voluto da Silvio Berlusconi, al “tutti contro tutti” scatenato dalla Lega di Matteo Salvini con il sostegno alla candidatura di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). «Con lui potrebbe esserci possibile convergenza: siamo gli unici due che parlano di Roma», ha confermato ieri l’ex sottosegretario.
Cortesie di rito a parte («Lo stimo tantissimo», ha affermato Bertolaso; «Prendo atto della sua generosa espressione», ha replicato Marchini), l’apertura non ha mancato di creare scompiglio. Da Forza Italia il senatore Maurizio Gasparri, che pure inizialmente aveva indicato proprio in Marchini il punto di caduta per ricompattare il centrodestra, blinda Bertolaso, auspica che «altri, che non hanno alcuna possibilità di andare al ballottaggio, convergano sulla sua candidatura» e reinterpreta le sue parole: «Si augura che Marchini possa convergere su di lui».
Un gioco di ruoli che nell’entourage dello stesso Marchini, sostenuto anche da Ncd e dai fittiani, vedono come l’ennesimo momento di dibattito interno al centrodestra ma pure come un avvertimento politico di Bertolaso: se la situazione resta questa, con una prospettiva del 7-8%, meglio il ritiro e il sostegno a Marchini dato al 10-11% (senza ticket: «Non farò il suo city manager», ha già precisato). Un ritiro che significherebbe comunque, sondaggi alla mano, lasciare sola Meloni intorno al 20% secondo le previsioni più rosee, al 14-15% secondo le altre. Insomma, per dirla con le parole di un parlamentare esperto della giungla politica della Capitale, «se non vinciamo la pattiamo».
La nuova schermaglia dimostra che il caos nel centrodestra è tutt’altro che sopito. Con Meloni che ha di nuovo richiamato tutti all’unità e ha invitato gli altri candidati ad andare insieme da Matteo Renzi a «chiedere poteri speciali per la nostra città» anche per gestire «l’insicurezza di- lagante». Con Salvini sempre più deciso a giocare la sua battaglia da leader di una destra lepenista, distante anni luce dalla vecchia destra “azzurra”. E con Bertolaso che lancia la stoccata a chi è in corsa senza aver lasciato la poltrona (Meloni, Roberto Giachetti del Pd e Stefano Fassina di Sinistra Italiana sono deputati, Francesco Storace de La Destra è vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio). «È comodo – questo l’affondo – fare campagna elettorale quando hai la scialuppa di salvataggio da parlamentare».
Se il centrodestra non riuscirà a esprimere un candidato unico, si profila con sempre maggiore evidenza un ballottaggio tra il renziano Giachetti e la candidata grillina Virginia Raggi, preludio secondo molti al futuro ballottaggio nazionale alle politiche.
Lo prova anche l’inasprimento del confronto sulla vicenda Acea. Ieri dal Pd è arrivata una nuova raffica di attacchi per le parole di Raggi sulla principale controllata del comune di Roma, che hanno portato Equita, investment banking importante nel settore delle utilities, ad abbassare il rating della società e a eliminare il titolo dal portafoglio delle “small cap”. Un gruppo di senatori dem ha presentato un’interrogazione al governo perché investa della questione la Consob e l’Antitrust. Lei ha replicato, difesa dal componente del direttorio Luigi Di Maio, che studia da futuro premier: «Il Pd difende i poteri forti. E noi gli facciamo davvero paura».
Intanto il M5S ha scelto il candidato sindaco a Milano: a correre al posto di Patrizia Bedori sarà l’avvocato 39enne Gianluca Corrado, terzo alle comunarie “fisiche” di novembre e incoronato due giorni fa dalle primarie online con 634 voti su 876. Ma molto difficilmente Corrado potrà insidiare il testa a testa tra Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra, e Stefano Parisi, che corre per il centrodestra. Unito, almeno in Lombardia.
MILANO Dopo la rinuncia della Bedori per i Cinque Stelle a Milano correrà Gianluca Corrado, primo alle primarie online con 634 voti su 876