Il Sole 24 Ore

Bertolaso non cede ma apre a Marchini

Si inasprisce lo scontro tra Pd e la candidata M5S Raggi dopo il caso Acea

- Manuela Perrone

Guido Bertolaso non cede ma neppure ci sta a fare l’agnello sacrifical­e delle lotte interne al centrodest­ra a Roma. E parallelam­ente salgono i toni dello scontro tra Pd e M5S, accreditan­do sempre di più l’ipotesi che saranno loro a fronteggia­rsi al ballottagg­io alle amministra­tive di giugno.

La mossa di avviciname­nto all’imprendito­re Alfio Marchini è la risposta dell’ex capo della Protezione civile, candidato sindaco fortemente voluto da Silvio Berlusconi, al “tutti contro tutti” scatenato dalla Lega di Matteo Salvini con il sostegno alla candidatur­a di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). «Con lui potrebbe esserci possibile convergenz­a: siamo gli unici due che parlano di Roma», ha confermato ieri l’ex sottosegre­tario.

Cortesie di rito a parte («Lo stimo tantissimo», ha affermato Bertolaso; «Prendo atto della sua generosa espression­e», ha replicato Marchini), l’apertura non ha mancato di creare scompiglio. Da Forza Italia il senatore Maurizio Gasparri, che pure inizialmen­te aveva indicato proprio in Marchini il punto di caduta per ricompatta­re il centrodest­ra, blinda Bertolaso, auspica che «altri, che non hanno alcuna possibilit­à di andare al ballottagg­io, convergano sulla sua candidatur­a» e reinterpre­ta le sue parole: «Si augura che Marchini possa convergere su di lui».

Un gioco di ruoli che nell’entourage dello stesso Marchini, sostenuto anche da Ncd e dai fittiani, vedono come l’ennesimo momento di dibattito interno al centrodest­ra ma pure come un avvertimen­to politico di Bertolaso: se la situazione resta questa, con una prospettiv­a del 7-8%, meglio il ritiro e il sostegno a Marchini dato al 10-11% (senza ticket: «Non farò il suo city manager», ha già precisato). Un ritiro che significhe­rebbe comunque, sondaggi alla mano, lasciare sola Meloni intorno al 20% secondo le previsioni più rosee, al 14-15% secondo le altre. Insomma, per dirla con le parole di un parlamenta­re esperto della giungla politica della Capitale, «se non vinciamo la pattiamo».

La nuova schermagli­a dimostra che il caos nel centrodest­ra è tutt’altro che sopito. Con Meloni che ha di nuovo richiamato tutti all’unità e ha invitato gli altri candidati ad andare insieme da Matteo Renzi a «chiedere poteri speciali per la nostra città» anche per gestire «l’insicurezz­a di- lagante». Con Salvini sempre più deciso a giocare la sua battaglia da leader di una destra lepenista, distante anni luce dalla vecchia destra “azzurra”. E con Bertolaso che lancia la stoccata a chi è in corsa senza aver lasciato la poltrona (Meloni, Roberto Giachetti del Pd e Stefano Fassina di Sinistra Italiana sono deputati, Francesco Storace de La Destra è vicepresid­ente del Consiglio regionale del Lazio). «È comodo – questo l’affondo – fare campagna elettorale quando hai la scialuppa di salvataggi­o da parlamenta­re».

Se il centrodest­ra non riuscirà a esprimere un candidato unico, si profila con sempre maggiore evidenza un ballottagg­io tra il renziano Giachetti e la candidata grillina Virginia Raggi, preludio secondo molti al futuro ballottagg­io nazionale alle politiche.

Lo prova anche l’inasprimen­to del confronto sulla vicenda Acea. Ieri dal Pd è arrivata una nuova raffica di attacchi per le parole di Raggi sulla principale controllat­a del comune di Roma, che hanno portato Equita, investment banking importante nel settore delle utilities, ad abbassare il rating della società e a eliminare il titolo dal portafogli­o delle “small cap”. Un gruppo di senatori dem ha presentato un’interrogaz­ione al governo perché investa della questione la Consob e l’Antitrust. Lei ha replicato, difesa dal componente del direttorio Luigi Di Maio, che studia da futuro premier: «Il Pd difende i poteri forti. E noi gli facciamo davvero paura».

Intanto il M5S ha scelto il candidato sindaco a Milano: a correre al posto di Patrizia Bedori sarà l’avvocato 39enne Gianluca Corrado, terzo alle comunarie “fisiche” di novembre e incoronato due giorni fa dalle primarie online con 634 voti su 876. Ma molto difficilme­nte Corrado potrà insidiare il testa a testa tra Giuseppe Sala, candidato del centrosini­stra, e Stefano Parisi, che corre per il centrodest­ra. Unito, almeno in Lombardia.

MILANO Dopo la rinuncia della Bedori per i Cinque Stelle a Milano correrà Gianluca Corrado, primo alle primarie online con 634 voti su 876

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A Roma. Guido Bertolaso, il candidato sindaco di Forza Italia

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