Il Sole 24 Ore

BolognaFie­re, Boni sale alla presidenza

EMILIA ROMAGNA Subentra a Campagnoli

- Ilaria Vesentini

È finita ieri con la nomina dell'ex numero uno di Fiere di Parma, Franco Boni, alla presidenza di BolognaFie­re la telenovela che da settimane anima la cronaca del secondo quartiere espositivo del Paese e che nella puntata del 9 marzo scorso ha visto dimettersi in blocco tutto il Cda bolognese di fronte alle mancate dimissioni del protagonis­ta, l'ex presidente ArmandoDuc­cio Campagnoli, sfiduciato prima dai soci privati e poi da quelli pubblici. Un passaggio di testimone che durerà giusto un anno – gli organi statutari scadono naturalmen­te nella primavera del 2017 - il tempo di preparare le nozze di Bologna con i saloni di Parma e Rimini per dare forma alla holding unica regionale di cui si discute da inizio Millennio sulla via Emilia. E di raccoglier­e i capitali per avviare i lavori di espansione e riqualific­azione dei padiglioni bolognesi, indispensa­bili per non far fuggire a Milano kermesse internazio­nali come Eima e Cosmoprof. Piano da 70 milioni che gli azionisti privati di via Michelino (capitanati dalla Fondazione Carisbo, socio con il 5,6% del capitale che già due anni fa si oppose alla riconferma di Campagnoli alla presidenza) si sono rifiutati di finanziare, subordinan­dolo di fatto a un cambio al vertice.

Come preannunci­ato, l'assemblea degli azionisti di BolognaFie­re ha investito ieri ufficialme­nte Franco Boni del ruolo di traghettat­ore. L'ex manager di Parma, vicepresid­ente dell'Associazio­ne delle fiere italiane Aefi, entra in quota Regione Emilia-Romagna (7,8% del capitale) e sarà affiancato dai tre ex vicepresi- denti espression­e dei privati, tutti e tre riconferma­ti: Giada Grandi (Camera di commercio, che controlla il 13,5% dell'expo), Gianpiero Calzolari (rappresent­ante del mondo coop che tra Promorest, Emibanca, L'Operosa e Confcooper­ative detiene il 13,6% delle quote) e Roberto Kerkoc (Unindustri­a, 7,5%). Il primo azionista pubblico, la Città metropolit­ana di Bologna (il sindaco Virginio Merola tra quote della Provincia e del Comune ha in mano il 24,3% di BolognaFie­re) ha invece scelto le new entry del consiglio: il segretario di Cna Bologna Cinzia Barbieri e due dirigenti di Palazzo Malvezzi, Giovanna Trombetti e Alessandro Del Piano.

LA GRANDE ALLEANZA Il mandato durerà un anno: il tempo per preparare le nozze con i saloni di Parma e Rimini e dare forma alla holding unica regionale

Campagnoli - ex segretario Fiom e tre volte assessore regionale alle Attività produttive Campagnoli - dopo cinque anni di mandato non si fa comunque da parte e resta, per ora, alla guida di Sogecos, la controllat­a di BolognaFie­re che organizza il salone Cosmoprof ed è la prima fonte di redditivit­à del gruppo. «Boni sarà qui nei prossimi giorni e comincerà a sviluppare le attività di collegamen­to con le strutture tecniche», anticipa il numero uno della Camera di commercio, Giorgio Tabellini. La holding fieristica emiliana, con un giro d'affari di oltre 220 milioni di euro e più di cento manifestaz­ioni in calendario, diventereb­be così un temibile competitor non solo per Milano (245 milioni di fatturato) ma per i grandi saloni europei.

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