Olio, 32 milioni per il rilancio
Possibili nuovi fondi dai Psr - Martina: una strategia per il settore
Sull’olivicoltura italiana si torna, finalmente, a investire. Il piano olivicolo nazionale, approvato nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-regioni e che presto diventerà legge, stanzia infatti a favore del settore 32 milioni di euro per rafforzare quantità e qualità della produzione, promuovere all’estero l’olio extravergine made in Italy e sviluppare l’organizzazione interprofessionale.
Si materializza così una sorta di «fantasma» evocato in quasi ogni dibattito sull’olio d’oliva dalla metà degli anni ’90 quando l'Italia, fino ad allora leader incontrastato nella produzione mondiale, subì lo smacco del sorpasso produttivo da parte della Spagna. Divario che poi nel tempo si è via via allargato.
A tradurre i propositi in realtà – come spesso accade – sono state le emergenze. E cioè il crollo produttivo in quello che è stato ribatezzato l’«annus horribilis» dell’olio d’oliva, il 2014, quando tra attacchi della mosca olearia e condizioni meteo avverse si produssero 300mila tonnellate di olio. Il dato più basso da decenni. Uno scenario critico sul quale, l’anno successivo, si è poi abbattuta anche l’emergenza Xylella fastidiosa, il batterio che ha essiccato gli ulivi del Salento.
In quei mesi difficili però, si sono poste le basi per far ripartire il settore con la legge 91/2015 che ha dato il via libera al piano olivicolo nazionale e allo stanziamento di un significativo budget di risorse che potranno essere inoltre integrate su base regionale con i fondi resi disponibili dai piani di sviluppo rurale.
Sul fronte del rafforzamento produttivo, secondo quanto pre- visto dal piano, si scommetterà sul rinnovamento degli impianti e sull’introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare produttività e sostenibilità ambientale. «Con l’approvazione del piano - ha commentato il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina - definiamo una strategia produttiva che mancava da troppi anni in Italia. L’obiettivo condiviso con tutta la filiera è migliorare qualità e quantità della produzione. Abbiamo deciso di investire 32 milioni per aiutare la riorganizzazione del comparto con un piano che potrà essere integrato con le risorse dello sviluppo rurale. Con l’accordo di filiera siglato poche settimane fa ci sono tutte le premesse per dare un futuro al comparto»
Grande soddisfazione è stata espressa da tutti gli attori del settore dai produttori agricoli (tra i quali Cno e Alleanza delle cooperative) all’industria di trasformazione. «Confido – ha detto il presidente dell’Unaprol (il principale consorzio di produttori), David Granieri - che anche grazie all’ottimo lavoro del coordinatore degli assessori regionali, il pugliese Di Gioia,si riesca ora ad attivare anche le risorse dei Prs e riaccendere così l'economia dei territori olivicoli». «Abbiamo profondamente creduto nel piano e lo abbiamo sostenuto – ha aggiunto il presidente dell’Assitol (l’associazione delle industrie olearie italiane) Giovanni Zucchi -. Per noi, questo non è un traguardo, ma il punto di partenza di un percorso virtuoso, disegnato con i diversi attori della filiera, con l'obiettivo di promuovere l’efficienza colturale ed il rinnovamento del comparto olivicolo-oleario».