Ucciso il numero due dell’Isis
Raid negli Stati Uniti colpisce Haji Imam, il responsabile delle finanze
Tre colpi importanti sono stati inferti ai terroristi di Daesh. Il primo sul fronte siriano: un’operazione statunitense, rivelata ieri, ha ucciso il secondo uomo in comando dell’Isis, Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, alias Haji Imam, considerato il responsabile delle finanze del gruppo, insieme ad altri miliziani dell’autoproclamato califfo Al-Baghdadi.
Il raid è avvenuto nei giorni scorsi, secondo alcune fonti siriane nella notte di giovedì a Raqqa, e ieri il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, ne ha dato conferma durante una conferenza stampa. Pochi i particolari resi noti. L’intenzione, stando a fonti della Cnn, sarebbe stata di prenderlo vivo ma poi «qualcosa è andato storto».
Il secondo colpo è arrivato sempre sul fronte siriano dove tra giovedì e ieri i militari fedeli a Bashar Assad hanno ripreso l’antica cittadella di Palmira. La città, uno dei più estesi siti archeologici al mondo, controlla l’accesso ai territori di Daesh nell’est del paese ed era stata presa dai miliziani a maggio del 2015. Dopo la conquista i jihadisti avevano distrutto con la dinamite moltissimi templi e tombe.
Una terza importante vittoria sui terroristi si sta verificando in Iraq dove l’esercito regolare sta avanzando a Mosul.
Sono proprio le sconfitte sul campo del sedicente califfo alla base dell’escalation terroristica contro l’Occidente e i suoi alleati. Lo ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry a Bruxelles dove ieri ha reso omaggio alle vittime della strage di martedì 22 marzo. «La vera ragione per la quale Daesh sta ricorrendo ad azioni fuori dal Medio Oriente - ha dichiarato - è che la fantasia di un califfato sta crollando sotto i suoi occhi. Il suo territorio si riduce di giorno in giorno».
Mentre i raid della coalizione guidata dagli Stati Uniti «stanno eliminando sistematicamente i leader dell’Isis» (come ha detto Carter ieri) e prosegue la caccia al commando che ha ucciso a Bruxelles, alcune intelligence europee hanno avvertito che lo Stato islamico potrebbe adottare la strategia di affermare la propria esistenza con attacchi perpetrati da cellule jihadiste infiltrate da tempo nelle principali città europee. «Sono sotto pressione e hanno bisogno di azioni spettacolari per attirare l’attenzione e dare una dimostrazione di potere» ha dichiarato a Bild Holger Münch, capo della polizia federale tedesca. «L’allerta in Europa resta alto - ha aggiunto - e non sono da escludere altri attacchi».
La questione irrisolta, strettamente intrecciata agli attacchi terroristici in Europa, è la guerra in Siria. Uno spiraglio si è aperto l’altra notte dopo l’incontro di quattro ore tra Kerry e Vladimir Putin, a Mosca. Stati Uniti e Russia hanno concordato sul mese di agosto come scadenza per un accordo di pace e si sono impegnati a trovare entro l’estate una soluzione per sbloccare lo stallo tra governo siriano e opposizioni legato alla sorte del dittatore Assad. «Accelereremo gli sforzi per fare andare avanti il processo politico» ha dichiarato Kerry al Cremlino durante una conferenza stampa insieme al collega russo Sergei Lavrov.
L’obiettivo è arrivare a un accordo quadro sulla transizione e a una bozza di costituzione entro agosto. «Penso che Mosca sia impeganta nello sforzo - ha detto Kerry - e tutti cercheremo di convincere il presidente Assad a fare le scelte giuste nei prossimi giorni per impegnarsi nel processo politico che porti a una vera transizione».
Damasco ritiene che le dimissioni di Assad, chieste dalle opposizioni, siano una linea rossa, inaccettabile. Lavrov è riuscito per il momento a convincere gli Stati Uniti a lasciare da parte il futuro ruolo di Assad per non far fallire i negoziati che riprenderanno ad aprile a Ginevra.