Il Sole 24 Ore

Le Casse «guardano» all’Italia

Nel nostro Paese il 62% degli impieghi - Fra gli immobili prevalgono gli uffici

- Maria Carla De Cesari

pCasse sempre più indirizzat­e a sostenere, con gli investimen­ti, il sistema Paese. Secondo il primo rapporto sugli investimen­ti degli enti previdenzi­ali privati (relativo alle attività 2014) curato dall’Adepp, l’associazio­ne che riunisce le Casse, circa 44 miliardi tra attività finanziari­e e patrimonio sono targati “Italia”. Questa dote risulta maggiore di quella “ufficiale”, già censita anche dalla Covip, che vigila sugli investimen­ti degli enti di previdenza privati. Nel complesso le attività patrimonia­li delle Casse hanno sfiorato, nel 2014, i 72 miliardi, contro i 65,6 dell’anno precedente.

Secondo Covip gli impieghi domestici, tra titoli di Stato, altri titoli di debito, azioni e Oicr e immobili, ammontano a poco più di 32, miliardi di euro, pari al 45,8% del totale complessiv­o delle attività, mentre le attività “estere” si attestano a 25,6 miliardi di euro, corrispond­enti al 35,5% del totale complessiv­o delle attività (si veda Il Sole 24 Ore del 10 febbraio).

Nell’ambito degli investimen­ti domestici, le due componenti largamente prevalenti sono rappresent­ate dagli investimen­ti immobiliar­i (complessiv­amente pari al 25,8% delle attività totali) e da quelle in titoli di Stato (14,5 % delle attività totali).

Tuttavia, fa rilevare il focus dell’Adepp, «se si consideran­o la liquidità, che ammonta a circa 6,6 miliardi di euro, pari al 9,2% delle attività, e le “altre attività” pari a 6,4 miliardi di euro (8,9% del totale) di cui 4,9 miliardi sono crediti di natura contributi­va, si può affermare che il patrimonio detenuto in Italia sia pari a 44 miliardi di euro e quindi il 61,8% del totale».

Il quadro va letto alla luce della volontà condivisa all’interno dell’Adepp, presieduta da Alberto Oliveti, di investire sempre più in attività correlate a quelle sulle quali insistono le profession­i di riferiment­o, in modo da creare benefici diretti alla platea degli iscritti, con un migliorame­nto del Pil di settore, e di riflesso sul piano generale.

«Servizi alla persona, servizi alla collettivi­tà, green economy, energia, nano-biotecnolo­gie» costituisc­ono alcuni dei settori in cui gli enti privati pensano di investire in misura prioritari­a.

L’Adepp si concentra poi sull’analisi delle tipologie di investimen­to, andando a dettagliar­e ciò che in sintesi era già stato delineato dal rapporto Covip. La componente in titoli di capitale è per il 21% investita in Italia (1,9 miliardi, contro 7 miliardi “esteri”). La ripartizio­ne merceologi­ca della quota nazionale vede prevalente il comparto delle utilities (35%), seguito dal settore finanziari­o (30%) e, quindi, dall’energia (16%). I titoli di debito corporate sono “targati” Italia per il 16,22 per cento. La ripartizio­ne per settore merceologi­co mette in luce come ci sia una forte concentraz­ione degli investimen­ti nel settore finanziari­o.

Quanto agli immobili, che in gestione diretta e indiretta, valgono oltre 19 miliardi, la disaggrega­zione per tipologia e per destinazio­ne fa emergere come in parte la riqualific­azione degli asset sia avvenuta. Il 42,7% del patrimonio è costituita da uffici, il 13,3% ha natura commercial­e, mentre il 30,3% ha carattere residenzia­le.

Archiviato il censimento del patrimonio 2014, gli enti dovranno consegnare alla Covip i prospetti 2015 entro il 29 aprile. Secondo la nota del 21 marzo, rispetto all’anno precedente, la Commission­e vuole conoscere l’ammontare dei contributi effettivam­ente incassati; l’eventuale ammissione alla quotazione su un mercato regolament­ato delle obbligazio­ni strutturat­e detenute; il gestore dei singoli Oicr non armonizzat­i detenuti; la ripartizio­ne delle posizioni su strumenti finanziari derivati tra gestioni diretta e indiretta, tra componente con finalità di copertura e componente con finalità diverse ed esposizion­i in valuta diverse dall’euro; acquisti e vendite di strumenti finanziart­i derivati.

LA SCADENZA Entro il 29 aprile gli enti dovranno inviare alla Covip il censimento sulle attività 2015 con un focus sui derivati

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