Il Sole 24 Ore

Veneto Banca, Bce vuole ricambio in cda

Nuova lettera in vista dell’assemblea del 5 maggio - La Vigilanza chiede un r innovament­o ampio, con l’eccezione di ceo e presidente Francofort­e: necessario condurre in porto Ipo e aumento - Il board uscente al lavoro sulla lista

- Marco Ferrando

pLa urgente l’aumento da un miliardo messo in cantiere e pregaranti­to da Banca Imi. E altrettant­o importante, per Francofort­e, è la quotazione in Borsa, condizione per consentire l’uscita dei soci che intendono farlo ma di fatto sono intrappola­ti ormai da due anni. Di qui, appunto, l’attenzione per il prossimo consiglio, chiamato a non mettere in discussion­e la road map concordata con la Vigilanza, ma al tempo stesso a proseguire nel rinnovamen­to e ad archiviare definitiva­mente gli anni della mala gestio.

La nuova road map

Inizialmen­te l’approvazio­ne del bilancio e il contestual­e rinnovamen­to del consiglio erano previsti per giugno, cioè dopo Ipo e aumento: in pratica, Veneto Banca si sarebbe presentata al mercato senza aver ottenuto l’ok dei soci sul bilancio in virtù di una deroga che - in base ai contatti di fine 2015 - avrebbe dovuto essere concessa da Consob e Borsa Italiana. Ma da allora il tempo sui mercati è profondame­nte cambiato, soprattutt­o per le banche, e così per motivi di trasparenz­a a Montebellu­na si sarebbe chiesto di cambiare l’ordine delle tappe, anteponend­o all’Ipo l’approvazio­ne del bilancio, e con essa la nomina del nuovo board. La nuova agenda porta con sè uno slittament­o dell’aumento da metà aprile a metà maggio, autorizzat­o da Bce; ma al tempo stesso, visto che aumento e Ipo avverranno sotto un nuovo cda, la Vigilanza ha ritenuto di dover intervenir­e chiarendo che eventuali sorprese non saranno gradite. Nella missiva nomi non se ne fanno; ma se è vero che si auspica un consiglio di eleveto standing, con un mix di competenze diverse, profession­alità e ad alto tasso di rinnovamen­to, viene da sè immaginare che sia ritenuta importante la conferma dei componenti più freschi di nomina, che sono tra l’altro gli artefici del piano Spa-ipo-aumento: il presidente, Pierluigi Bolla, in carica dal 30 ottobre. Cristiano Carrus, entrato in consiglio come ceo il 13 ottobre dopo l’approdo in banca nel 2014, il presidente del comitato esecutivo (dal 2015), Maurizio Benvenuto.

Verso il “listone”

E ora? Veneto Banca, e con essa i suoi 600mila clienti e 70mila affidati, si trova di nuovo a un bivio: seguire le indicazion­i della vigilanza, sfruttando i (pur limitati) spazi di manovra, oppure sfidarla e andare incontro a esiti non prevedibil­i e dunque rischiosi. Il tutto mentre tra i soci il malcontent­o per le svalutazio­ni del titolo rimane.

A tentare una sintesi che accontenti tutti sarà il consiglio uscente, che negli ultimi giorni avrebbe contattato una società di head hunting proprio in vista della composizio­ne della lista di maggioranz­a, da depositars­i entro il 10 aprile. Che, oltre a Bolla e Carrus, potrebbe anche comprender­e alcuni soci di peso - tra cui i grandi azionisti dell’associazio­ne “Per Veneto Banca”, che nei mesi passati hanno più richiesto una rappresent­anza in consiglio. Un consiglio, però, che potrebbe avere una vita anche molto breve: l’aumento, infatti, è destinato a rimescolar­e pesantemen­te le carte nell’azionariat­o, e non è escluso che i nuovi azionisti possano chiedere un nuovo board.oard

Il tavolo del consiglio

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La svolta in assemblea.L’assise dei soci di Veneto Banca

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