De Agostini, dopo La Piadineria ci prova con Panini Durini
Dopo le piadinerie, ora De Agostini potrebbe allargare il suo business nel settore della ristorazione. Tramite il fondo Taste of Italy, gestito da Dea Capital (a propria volta braccio finanziario del gruppo di Novara), starebbe infatti esaminando il dossier di Panini Durini, catena controllata dal gruppo Pancioc e nata nel 2011 come nuovo concept di ristorazione Made in Italy. Secondo le indiscrezioni riportate da Mergermarket, infatti proprio Taste of Italy avrebbe aperto il dossier della catena presente per ora soprattutto nel Nord Italia e a Milano.
Secondo i rumors infatti gli azionisti di Panini Durini si sarebbero affidati a Banca Profilo per trovare un alleato finanziario che possa accompagnare la società nella crescita estera, soprattutto a Londra. Per quanto riguarda Taste of Italy il dossier sarebbe giustificato dall’ultima acquisizione effettuata e presente nel suo portafoglio, quella di La Piadineria. (C.Fe.)
Bce torna a farsi viva con Veneto Banca. Più o meno com’era accaduto a dicembre alla vigilia della (“auspicata”) trasformazione in spa, con una lettera inviata nei giorni scorsi a Montebelluna lancia un messaggio chiaro in vista dell’assemblea che il 5 maggio sarà chiamata a rinnovare il cda: Francoforte si aspetta una conferma dei vertici di nomina più recente - almeno presidente e ceo - ma anche un forte ricambio nel resto del cda, per proseguire in quel percorso di rinnovamento che la banca ha avviato ormai due anni fa. Diversamente, scrive la Bce, si riserverà di utilizzare le facoltà a sua disposizione, dal potere di rimuovere gli amministratori ritenuti non idonei all’avvio di una procedura di risoluzione (che contempla il bail-in come extrema ratio).
Da Veneto Banca nessun commento. Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, però, la lettera sarebbe stata discussa l’altroieri nel corso dell’ultima seduta del cda. In cui, peraltro, i consiglieri uscenti hanno approvato la pubblicazione dell’autovalutazione e del documento sul profilo qualitativo e quantitativo ideale del prossimo board, uno dei passaggi preliminari in vista dell’assemblea di rinnovo.
Un rinnovo su cui, a quanto pare, Francoforte ha le idee chiare. La priorità, avrebbe scritto la Vigilanza, è il buon esito del lungo percorso avviato negli anni scorsi con le verifiche sul capitale e sui crediti, proseguito a dicembre con la trasformazione in Spa ma tuttora a metà del guado: finora in Bce è stato “tollerato” il suo Cet1 ratio al 7,23%, da mesi sotto la soglia minima di capitale richiesta, ma resta fondamentale e