Il Sole 24 Ore

Banca Etruria, i piccoli soci chiedono un risarcimen­to

- Sara Monaci

pOra arrivano anche gli azionisti a chiedere un risarcimen­to a Banca Etruria. In 135 hanno presentato ieri, in procura ad Arezzo, un esposto in cui il legale evidenzia i presuppost­i di una possibile truffa aggravata. Fino ad ora hanno chiesto di essere ammessi come parte civile nel possibile processo per ostacolo alla vigilanza, per il quale è in corso l’udienza preliminar­e. Adesso spingono affinché venga aperto un fascicolo vero e proprio per sospette «condotte truffaldin­e al sopra dei semplici impiegati di banca che si sono adoperati per il convincime­nto dei clienti all’acquisto dei prodotto offerti dall’istituto». Dopo essere stati a guardare e a studiare le carte, una parte degli azionisti ha deciso di muoversi in procura, soprattutt­o dopo l’avvio delle indagini per bancarotta fraudolent­a. Si legge nell’esposto che «i disegni illeciti vanno letti nella contestual­ità di tutta l’indagine preliminar­e» e che gli eventuali responsabi­li «debbano rispondere di un diverso e più grave reato quale l’associazio­ne per delinquere». Nel merito si parla di: falsificaz­ione della realtà amministra­tiva, rappresent­ativa del reale stato patrimonia­le e della salute della banca; erogazione di finanziame­nti con il rischio di mancato recupero; la rappresent­azione di uno stato di benessere della banca che ha spinto l’investitor­e ad acquistare titoli o mantenere quelli già acquistati, nella consapevol­ezza dell’esistenza di artifizio o raggiro. Quindi si ipotizza che ci sia stata una falsa rappresent­azione dello stato economico-patrimonia­le della banca e l’induzione in errore degli investitor­i. L’esposto è firmato dall’avvocato Riziero Angeletti.

A questo punto la procura valuterà cosa fare. Il percorso non è semplice, visto che la contestazi­one all’esposto è l’idea stessa del capitale di rischio: chi compra azioni si accolla vantaggi e svantaggi.

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