Consulenza a pagamento la Mifid2 tira la volata
Per il private banking italiano il peso sui ricavi 2014 ha raggiunto la soglia del 10%
La consulenza finanziaria a pagamento inizia a rappresentare una voce rilevante dei ricavi di chi gestisce grandi patrimoni. Nel 2014 secondo McKinsey ha rappresentato tra l’8 e il 10% dei ricavi dei principali operatori del private banking (ndr nel 2011 per Aipb incideva solo per il 2,7% sui ricavi). «Ci aspettiamo che continui a crescere a ritmi sostenuti, spinta dall’evoluzione regolamentare e dall’introduzione di Mifid 2 dal 2018 - ricorda Giorgio Libotte, associate principal in McKinsey -. Le banche private stanno supportando l’introduzione della consulenza a pagamento anche attraverso le soluzioni digitali mobile per la rete di banker e consulenti. Da una nostra indagine proprietaria su un campione di 30 banche private europee, tra cui anche le italiane, è emerso che oggi meno del 10% delle banche private ha sviluppato strumenti di supporto digitali mobile per i banker, ma nei prossimi tre anni il 40-50% del campione avrà fatto investimenti significativi».
Secondo l’esperto gli investimenti si focalizzeranno principalmente in tre aree: soluzioni digitali per l’onboarding (acquisizione e profilatura) dei clienti; soluzioni digitali per l’interazione da remoto con i clienti (ad esempio, chat, video conferenza, piattaforme per la condivisione dei documenti); soluzioni digitali di consulenza sia per il private banking sia (con diverse modalità) per i clienti a supporto della costruzione, dell’analisi e del monitoraggio dei portafogli e delle performance».
Anche in vista della Mifid 2 che imporrà nuove regole a chi fa consulenza (tra le altre una chiara informativa al cliente sulla tipologia di consulenza offerta: indipendente o non indipendente; abolizione degli inducements per la consulenza indipendente e per la gestione di portafoglio) l’offerta si concentrerà principalmente sullo schema della fee onnicomprensiva e non legata al costo dei prodotti sottostanti, così come accaduto in Uk e in Olanda dove la Rdr è arrivata rispettivamente nel 2013 e nel 2014.
Ma quale impatto la Mifid 2 avrà sugli operatori? Secondo un recente studio condotto dall’Università Bocconi è ancora presto per dirlo. «Certo in Italia colpisce - dicono i ricercatori - che ad esempio un’azienda come Banca Fideuram, registri un tasso di crescita del servizio di consulenza pari al 519,2% dal 2009 (anno di lancio di Sei)al 2013. Se si guarda al Regno Unito l’impatto della Rdr rende più marcato l’effetto del posizionamento strategico mentre è meno visibile per gli operatori con una componente elevata di servizi assicurativi. Quando invece il focus è sui servizi di investimento, il contributo della componente advisory si riduce e diventa visibile in bilancio il servizio di execution only». Di certo l’avvio della Mifid2 imporrà cambiamenti sull’attività professionale del consulente finanziario in senso lato. L’Italia è un unicum perché esistono più modelli: il consulente che lavora per una mandante, i consulenti indipendenti (fee only, persone fisiche e giuridiche), le Sim di consulenza. «L’elememto comune sarà l’alto livello di trasparenza nel declinare il tipo di consulenza, il grado di autonomia e di indipendenza che si garantisce, il compenso richiesto al cliente, il livello di professionalità richiesto - spiega Aldo Varenna, presidente di Efpa Italia . Quello che notiamo è che il cliente con grandi disponibilità si avvicina alla consulenza, ma è anche quello che vuole partecipare alle scelte di investimento, mentre i soggetti che avrebbero più bisogno di consulenza a 360 gradi spesso non hanno quelle elevate disponibilità tali da renderli attraenti per le reti di consulenti».