Il Sole 24 Ore

Come accorgersi se il promotore «toppa»

Storie vere e sanzionate di consulenti sul crinale tra appropriaz­ioni, false rendiconta­zioni e dossier titoli in «tilt»

- Stefano Elli

I nomi non sono importanti. I comportame­nti sì. È dai comportame­nti delle « vittime » come da quelli dei «presunti» carnefici infatti che si impara a evitare errori come quelli commessi dai clienti di promotori finanziari ( anche di primarie società di distribuzi­one) tutti, per vari motivi, sanzionati dalla Consob. Con una premessa d’obbligo e di rito: il numero delle sanzioni irrogate nei confronti dei profession­isti continua a essere poco significat­ivo sul totale dei promotori in attività, un segno che la categoria nel suo complesso “tiene”. A tendere, i poteri di vigilanza sul settore verranno assunti dall’Ocf (l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari, presieduto da Carla Rabitti Bedogni - vedere intervista in basso) e vedremo se le “scivolate” continuera­nno e con quale frequenza. Per esempio quella di S. G., che di punto in bianco, oltre ai prodotti “smerciati” dalla casa madre, si mette a vendere strumenti finanziari di una società diversa, basata in Lussemburg­o, sostenendo di fronte ai clienti che si trattasse di investimen­ti suggeriti dalla stessa casa madre. Risultato: perdite per 332.500 euro. Chiamata in causa, la banca mandante non solo negava di aver mai promosso, collocato o negoziato tali prodotti, ma pure di averli mai visti “transitare” sui dossier titoli dei clienti, oltre a non averli mai rendiconta­ti in qualunque modo. Ora, alcuni dei clienti, i più accorti, se ne sono resi conto per tempo. Sono stati loro a inoltrare i reclami che hanno portato il mandante ad aprire un audit interno. Altri no. Dunque i primi soggetti a essere chiamati alla vigilanza sulle transazion­i effettuate sono proprio i clienti. In u n a l t r o c a s o (A.S.) tra promotore e cliente si è innescato un giro di rendiconta­zioni contestate che hanno portato all’intervento della banca (anche in questo caso un’importante istituto di credito).

La banca, dopo la contestazi­one ha avviato verifiche a tappeto sugli altri clienti del promotore, scoprendo che vi erano altri otto reclami per false rendiconta­zioni. In dettaglio uno dei clienti lamentava l’azzerament­o, nel giro di poco meno di un anno, di un patrimonio di 786mila euro. Agli ispettori della banca il cliente dichiarava di disconosce­re le operazioni di disinvesti­mento che avevano portato alla spoliazio- ne del conto. E alla distrazion­e delle somme attraverso conti correnti riconducib­ili al promotore.

Ci si può chiedere come sia stato possibile perdere di vista lo stato di salute del proprio conto tanto a lungo, visto che non si trattava propriamen­te di un dossier di « movimento». Ma evidenteme­nte le capacità manipolato­rie del consulente erano tendenti al luciferino, visto che in un altro caso, a fronte di un patrimonio di 1.380.000 euro la giacenza effettiva era risultata di 958 euro.

Anche qui la decisione degli uomini di Giuseppe Vegas è stata la radiazione del promotore finanziari­o. Ma verrebbe da dire che se l’autovigila­nza delle «vittime» fosse stata più reattiva e meno supinament­e disponibil­e ad accogliere le tesi del profession­ista i nfedele probabilme­nte il «danno emergente» sarebbe stato di gran lunga inferiore.

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Carla Rabitti. A capo della Ocf

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