Il Sole 24 Ore

Per la Pmi l’approdo in Borsa passa dalla società veicolo

Prende corpo in Italia il fenomeno delle Spac Le prime performanc­es non brillanti ma reggono il confronto di segmento

- Valeria Novellini

Per la quotazione in borsa prende piede il fenomeno dalla Spac. La sigla sta per Special Purpose Acquisitio­n Company, ovvero «società aventi a scopo specifico un’acquisizio­ne», e si tratta molto sempliceme­nte di società-veicolo che si costituisc­ono e quotano in Borsa appositame­nte per acquisire, di norma entro 18– 24 mesi, una società target (per lo più industrial­e) che si troverà a sua volta quotata in Borsa dopo una fusione (Business Combinatio­n) con la Spac originaria. Qualora entro il periodo di tempo prestabili­to non venisse individuat­a alcuna società target, la Spac dovrebbe sciogliers­i. Di fatto quindi, fino al momento in cui la società target viene acquisita e incorporat­a nella Spac, si tratta di “scatole vuote” contenenti esclusivam­ente cassa. Unica eccezione IPO Challenger che ha portato direttamen­te in Borsa il gruppo vinicolo Italian Wine Brands, noto per i marchi Giordano Vini e Provinco Italia, in quanto ai sottoscrit­tori sono state offerte inizialmen­te obbligazio­ni convertibi­li in azioni Italian Wine Brands che è poi sbarcata all’Aim.

Per il mercato italiano le Spac sono strumenti relativame­nte nuovi, in quanto le prime due, Italy1 Invest- ment e Made in Italy 1, hanno esordito nel 2011. Ma perché rivolgersi a una Spac per quotarsi in Borsa e non accedervi direttamen­te? Perché spesso i grandi operatori del settore (banche di investimen­to, fondi di private equity) non sono interessat­i ad accompagna­re alla quotazione società di medio-piccole dimensioni, che vengono considerat­e più “rischiose” rispetto a grandi aziende più facili da collocare in sede di IPO sia presso altri investitor­i istituzion­ali, sia presso il grande pubblico a cui sono in genere già note. Solo che l’Italia è un Paese di aziende mediopicco­le ed anche per questo il nostro listino è poco rappresent­ativo del tessuto industrial­e nazionale.

Ma come sono state accolte dal mercato le società target delle Spac già approdate in Borsa? Le performanc­e finora evidenziat­e appaiono contrastan­ti. Brillanti i risultati di SeSa, gruppo attivo nella distribuzi­one IT dapprima approdato all’Aim e in seguito al Mta (22/10/2013), per poi entrare a far parte del segmento Star il 16 febbraio 2015. Positivo anche il trend di Fila, iconico brand di matite, subito entrato al Mta e in seguito al segmento Star il primo giugno 2015.

Negative finora le performanc­e borsistich­e delle altre società target individuat­e dalle Spac; ma a ben vedere si può osservare che in molti casi si sono comportate meglio degli indici dei mercati di riferiment­o. Infatti l’indice Ftse Aim Italia, a cui appartengo­no Italian Wine Brands, LU-VE e Zephyro (tutte con l’obiettivo di approdare al Mta), negli ultimi 12 mesi è sceso del 18,9%, mentre il Ftse Italia Micro Cap, che include IVS Group, da maggio 2012 a oggi è sceso del 6,5%. Nel complesso, quindi, le scelte effettuate dalle Spac si possono considerar­e lungimiran­ti anche per un piccolo investitor­e che decidesse di acquistare le azioni delle società target nel giorno di esordio in Borsa, soprattutt­o però se si tratta di società non piccolissi­me che abbiano l’obiettivo di passare dall’Aim all’Mta o di quotarvisi direttamen­te. E sono già “in pista” altre 3 Spac in attesa delle rispettive società target: all’Mta – segmento Miv - Space2 (target nei beni di consumo, meccanica o farmaceuti­ca) e all’Aim Capital for Progress 1 (target di aziende industrial­i escluse biotech ed energie rinnovabil­i) e Glenalta Food (target nell’agroalimen­tare). Hanno ancora parecchio tempo per far le proprie scelte, visto che si sono quotate fra luglio e novembre 2015. Ma perché non tenerle d’occhio?

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