Per la Pmi l’approdo in Borsa passa dalla società veicolo
Prende corpo in Italia il fenomeno delle Spac Le prime performances non brillanti ma reggono il confronto di segmento
Per la quotazione in borsa prende piede il fenomeno dalla Spac. La sigla sta per Special Purpose Acquisition Company, ovvero «società aventi a scopo specifico un’acquisizione», e si tratta molto semplicemente di società-veicolo che si costituiscono e quotano in Borsa appositamente per acquisire, di norma entro 18– 24 mesi, una società target (per lo più industriale) che si troverà a sua volta quotata in Borsa dopo una fusione (Business Combination) con la Spac originaria. Qualora entro il periodo di tempo prestabilito non venisse individuata alcuna società target, la Spac dovrebbe sciogliersi. Di fatto quindi, fino al momento in cui la società target viene acquisita e incorporata nella Spac, si tratta di “scatole vuote” contenenti esclusivamente cassa. Unica eccezione IPO Challenger che ha portato direttamente in Borsa il gruppo vinicolo Italian Wine Brands, noto per i marchi Giordano Vini e Provinco Italia, in quanto ai sottoscrittori sono state offerte inizialmente obbligazioni convertibili in azioni Italian Wine Brands che è poi sbarcata all’Aim.
Per il mercato italiano le Spac sono strumenti relativamente nuovi, in quanto le prime due, Italy1 Invest- ment e Made in Italy 1, hanno esordito nel 2011. Ma perché rivolgersi a una Spac per quotarsi in Borsa e non accedervi direttamente? Perché spesso i grandi operatori del settore (banche di investimento, fondi di private equity) non sono interessati ad accompagnare alla quotazione società di medio-piccole dimensioni, che vengono considerate più “rischiose” rispetto a grandi aziende più facili da collocare in sede di IPO sia presso altri investitori istituzionali, sia presso il grande pubblico a cui sono in genere già note. Solo che l’Italia è un Paese di aziende mediopiccole ed anche per questo il nostro listino è poco rappresentativo del tessuto industriale nazionale.
Ma come sono state accolte dal mercato le società target delle Spac già approdate in Borsa? Le performance finora evidenziate appaiono contrastanti. Brillanti i risultati di SeSa, gruppo attivo nella distribuzione IT dapprima approdato all’Aim e in seguito al Mta (22/10/2013), per poi entrare a far parte del segmento Star il 16 febbraio 2015. Positivo anche il trend di Fila, iconico brand di matite, subito entrato al Mta e in seguito al segmento Star il primo giugno 2015.
Negative finora le performance borsistiche delle altre società target individuate dalle Spac; ma a ben vedere si può osservare che in molti casi si sono comportate meglio degli indici dei mercati di riferimento. Infatti l’indice Ftse Aim Italia, a cui appartengono Italian Wine Brands, LU-VE e Zephyro (tutte con l’obiettivo di approdare al Mta), negli ultimi 12 mesi è sceso del 18,9%, mentre il Ftse Italia Micro Cap, che include IVS Group, da maggio 2012 a oggi è sceso del 6,5%. Nel complesso, quindi, le scelte effettuate dalle Spac si possono considerare lungimiranti anche per un piccolo investitore che decidesse di acquistare le azioni delle società target nel giorno di esordio in Borsa, soprattutto però se si tratta di società non piccolissime che abbiano l’obiettivo di passare dall’Aim all’Mta o di quotarvisi direttamente. E sono già “in pista” altre 3 Spac in attesa delle rispettive società target: all’Mta – segmento Miv - Space2 (target nei beni di consumo, meccanica o farmaceutica) e all’Aim Capital for Progress 1 (target di aziende industriali escluse biotech ed energie rinnovabili) e Glenalta Food (target nell’agroalimentare). Hanno ancora parecchio tempo per far le proprie scelte, visto che si sono quotate fra luglio e novembre 2015. Ma perché non tenerle d’occhio?