Bonduelle e La Doria, focus sulla qualità
Il gruppo italiano vede prezzi in frenata, margini in aumento per il colosso francese
Frenata per l’export italiano a gennaio 2016 (-2,2% secondo i dati Istat), ma fra i comparti del “Made in Italy” tradizionale è l’agroalimentare a resistere meglio al trend generalizzato, con una flessione limitata all’1,1%. Nel frattempo sono in ripresa nel nostro Paese le vendite di prodotti di largo consumo (+2,8% a valore e +2,1% a volume nel 2015, secondo i dati elaborati dalla società specializzata Iri), trainate proprio da alimentari e bevande. In tale contesto, qual è l’andamento dei risultati dei gruppi agroalimentari quotati? Il colosso francese Bonduelle, nel primo semestre dell’esercizio 2015 – 2016 (luglio – dicembre 2015), ha evidenziato ricavi in lieve flessione rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente (-0,7% a 1.011,6 milioni); tale situazione è però stata determinata dallo sfavorevole effetto cambi in quanto a cambi costanti vi sarebbe stato un incremento del 2,6%. Analogamente l’ebit è sceso del 4,3% a 62,9 milioni (su basi ricorrenti l’utile operativo sarebbe aumentato del 7,3% a cambi costanti), mentre l’utile netto, anche a cambi correnti, è lievemente salito (+0,5% a 36,6 milioni). Molto brillanti invece i risultati 2015 del gruppo salernitano La Doria, anche grazie al consolidamento per l’intero anno del gruppo Pa.fi.al. acquisito a novembre 2014. Il fatturato è salito del 18,5% a 748,3 milioni, l’ebit del 26,7% a 61 milioni e l’utile netto del 44,8% a 44,8 milioni. Per quanto riguarda il giro d’affari, il contributo di Pa.fi.al. è stato pari al 10,7% e vi è stato un effetto cambi positivo del 6,4% (grazie alla controllata inglese LDH Ltd.), mentre la crescita organica è stata dell’1,4%. In termini di ebit il contributo percentuale di Pa.fi.al. è stato del 21,3%, e del 25,2% con riferimento all’utile netto. Quali le prospettive dei due gruppi? Per l’intero esercizio 2015 – 2016 Bonduelle ha indicato (a cambi costanti) ricavi in crescita fra l’1,5% e il 2,5% e un ebit margin (considerando il risultato operativo al netto delle voci non ricorrenti) superiore al 5,6% dell’esercizio precedente (6,8% nel primo semestre dell’esercizio in corso). La Doria, da parte sua, in base al piano triennale 2016 – 2018 dovrebbe evidenziare ricavi, ebit ed utile netto in calo nel biennio 2016 – 2017, per poi giungere nel 2018 a ricavi pari a 760,2 milioni, un ebit di 65,5 milioni e un utile netto di 45,4 milioni. Il motivo? Un generalizzato calo dei prezzi di vendita soprattutto nel 2016, eccezion fatta per il comparto dei succhi di frutta. Per entrambi i gruppi alimentari la strategia è focalizzata sulla continua introduzione nel mercato di prodotti innovativi ed a più alto margine, in particolare per La Doria prodotti Premium (marchi Cook Italia e Althea) e Bio.