Creval social bond, ma la buona azione la fanno i risparmiatori
Alcuni istituti di credito stanno proponendo alla clientela delle obbligazioni caratterizzate dall’avere una struttura semplice, ad esempio a reddito fisso, ma che destinano una parte del nozionale sottoscritto ad una finalità benefica (Social Bonds). Credito Valtellinese sta offrendo un’obbligazione a tasso fisso, con durata triennale e cedole semestrali pari all’1.5%, e che destinerà lo 0.5% del valore collocato all’associazione Banco Alimentare della Lombardia “D. Fossati”. La finalità è davvero lodevole ma è importante individuare chi è il soggetto che effettivamente compie la “buona azione”. Il rendimento offerto dal bond in collocamento è pari a circa l’1.5% all’anno, ma sul secondario è possibile acquistare un titolo del medesimo emittente che offre il 2.15% e, quindi, il sottoscrittore sta rinunciando a circa lo 0.65% all’anno. Si tratta delle consuete commissioni implicite, che nel prospetto del titolo non vengono esposte. Il rendimento annuo offerto (1.5%), considerata la siccità nell’offerta del mercato primario degli emittenti bancari, non è disprezzabile, ma è il sottoscrittore che, evidentemente, effettua il “beau geste” e non l’istituto, che si limita a promuovere lo strumento e ad effettuare il versamento. Occorre inoltre ricordare come il Credito Valtellinese non sia un emittente “investment grade” ma speculativo, come evidenzia il rating di Moody’s che indica un rischio di insolvenza significativo. L’istituto ha posto in essere iniziative per migliorare la qualità dell’attivo e rafforzare il patrimonio della banca. Il rapporto tra Non Performing loans netti e prestiti alla clientela rimane elevato (17.6% del totale), sebbene in leggero calo rispetto al massimo raggiunto a giugno 2015.