Piano Juncker, 1,7 miliardi all’Italia In testa per numero di progetti
In attesa del verdetto di Bruxelles sulla flessibilità, sul terreno degli investimenti cofinanziati dalla Ue l’Italia mette a segno il suo primato, guidando in Europa la classifica dei beneficiari del piano Junker. Roma è davanti agli altri Paesi dell’Unione per numero di iniziative approvate: 29 tra accordi di finanziamento e progetti infrastrutturali, in poco più di un anno, per 1,7 miliardi di risorse che considerando l’”effetto leva” consentiranno di attivare investimenti per oltre 12 miliardi. Seguono Francia (22) -che nella classifica di gennaio era prima insieme all’Italia -, Germania e Regno Unito (con 14 iniziative) e Spagna (12) .
A registrare il primo posto italiano è il report della Commissione europea, riportato sul sito del ministero dell’Economia, che dà conto degli ultimi dati, aggiornati a metà marzo, sull’attuazione del piano Juncker lanciato a novembre 2014 con l’obiettivo di mobilitare, con un effetto leva, 315 miliardi di investimenti, e che poggia sul Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis, con una dotazione di 21 miliardi) strumento di garanzia che estende l’operatività della Banca europea degli investimenti nell’attuazione dell’iniziativa. In quest’ambito il Fei (con una dotazione iniziale di 5 miliardi), come braccio operativo della Bei, fornisce capitale di rischio alle Pmi e offre garanzie alle banche per i prestiti erogati alle imprese.
E proprio nella finestra Pmi - secondo i dati nel report di Bruxelles - in Italia sono state approvate 21 operazioni per 318 milioni, a beneficio di oltre 44mila imprese mobilitando oltre 7,3 miliardi di investimenti. «L’intervento - spiega il Mef - si concretizza in accordi di finanziamento, stipulati tra il Fei e gli istituti di credito che erogheranno nuovi prestiti alle piccole e medie imprese».
Alle intese si aggiungono gli otto progetti infrastrutturali che - si legge nel report - hanno ottenuto finanziamenti per 1,4 miliardi, per investimenti complessivi che ammontano a 4,8 miliardi che secondo le stime attiveranno oltre 3.200 nuovi posti di lavoro. I settori interessati vanno dalle infrastrutture di trasporto e telecomunicazione, all’efficienza energetica con maggior tutela ambientale, innovazione e industria (bioplastica e tecnologie). Tra le principali operazioni già approvate ci sono quella sull’acciaio con il Programma di modernizzazione Arvedi che prevede un finanziamento della Bei attraverso il Feis da 100 milioni per un investimento complessivo stimato di 227 milioni. Ma anche il piano di Trenitalia per lo sviluppo delle rete ferroviaria (finanziato con 300 milioni) e quello per lo sviluppo della banda larga siglato da Telecom (500 milioni). Sono in attesa del via libera definitivo progetti per l’efficienza energetica e quello per l’ampliamento della rete autostradale.
Se però si passa dalle iniziative al volume delle risorse ad esse dedicate, la classifica europea cambia un po’ e l’Italia scende al secondo posto, superata dalla Francia. che sfiora gli 1,9 miliardi (1,6 miliardi progetti infrastrutturali e 286 milioni oer ke alle Pmi). Ma con un totale di investimenti attivati inferiore: 11 miliardi, uno in meno dell’Italia.
INFRASTRUTTURE E PMI Agli 8 progetti infrastrutturali 1,4 miliardi. Approvate 21 operazioni di finanziamento per 318 milioni a beneficio di 44mila imprese