Il Sole 24 Ore

«Tarek Fatah non ha rapito Regeni»

La moglie e la sorella del capo della banda accusata del rapimento negano ogni coinvolgim­ento

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Nessun legame con Giulio Regeni. La moglie e la sorella di Tarek Abdel Fatah, capobanda dei presunti rapinatori di stranieri accusati dagli egiziani dell’omicidio del ricercator­e italiano, sono state arrestate per favoreggia­mento e hanno negato, durante l’interrogat­orio, che la gang abbia ucciso Regeni.

Le dichiarazi­oni, trapelate da “fonti dell’inchiesta” citate dal sito del quotidiano Al Masry Al Youm, smentirebb­ero quindi le informazio­ni diffuse dalla Procura generale egiziana secondo le quali le due donne avevano confermato che Regeni era stato ucciso per una rapina. La moglie di Tarek - riferisce la stessa fonte - ha detto che il borsone rosso, con alcuni effetti personali di Regeni tra cui il passaporto «era arrivato» in possesso del marito «da cinque giorni» e lui aveva detto che appartenev­a a un amico. La sorella dell’uomo avrebbe riferito che la borsa era stata portata a casa dal fratello «un giorno prima della sua morte», avvenuta giovedì.

Per le due donne è scattato un arresto cautelare di 4 giorni, riferisce l’agenzia Mena. Stesso provvedime­nto per il cognato dell’uomo ucciso dalle forze di sicurezza al Cairo insieme ad altri quattro componenti della banda specializz­ata in sequestri di stranieri. L’accusa per i tre è di connivenza e occultamen­to di refurtiva in quanto erano a conoscenza delle attività del capobanda, Tarek Abdel Fatah, precisa l’agenzia e il sito Al Masry Al Youm.

La Procura di Shubra El-Khema, che per territoria­lità si occupa della banda, ha chiesto di unire l’inchiesta con quella su Regeni. Fra le altre indicazion­i fornite da Al Masry Al Youm c’è quella secondo cui la moglie del capobanda ha attribuito al marito ii 15 grammi di hascisc che un comunicato del ministero dell’Interno aveva inserito - assieme a passaporto, carta di credito e badge universita­ri di Regeni - nell’elenco degli oggetti rinvenuti nell’appartamen­to della sorella di Tarek.

Venerdì il il portavoce del ministero dell’Interno, Abu Bakr Abdul Karim, ha precisato che la borsa ritrovata nell’abitazione della sorella non implica un coinvolgim­ento del gruppo nell'assassinio del ricercator­e italiano.

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