Algerino arrestato a Salerno, avrebbe fornito i documenti falsi
pArrestato a Salerno un algerino destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità del Belgio: per gli investigatori era implicato in una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. L’algerino si chiama Djamal Eddine Ouali e il suo nome era emerso nel corso di perquisizioni effettuate a ottobre 2015 in un sobborgo di Bruxelles, dove vennero sequestrate mille immagini riferibili a falsi documenti d’identità.
L’arresto è un segno concreto della reazione a quella sfida, lanciata dal terrorismo, «difficile, durerà mesi, forse anni», ha scritto ieri Matteo Renzi nella sua enews soffermandosi sulle stragi di Bruxelles. «Ma l’Italia dei nostri nonni - prosegue -ha attraversato la notte del fascismo, l’Italia dei nostri genitori ha superato il brigatismo e il terrorismo interno, l’Italia di quando eravamo studenti liceali è stata più forte delle bombe della mafia». Supereremo anche questa, «a condizione di restare noi stessi, di non farci piegare dalla superficialità, dalla demagogia, dal semplicismo vuoto e becero di chi punta a prendere voti anche sulle disgrazie».
Il premier sottolinea la necessità di una «reazione durissima nella distruzione» delle cellule terroriste. rilanciando contemporaneamente anche la sua ricetta basata su un «gigantesco investimento educativo e culturale, perché l’educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo». Senza rinunciare a una precisazione semantica. Nella lotta ai fondamentalisti stragi- sti, bisogna «reagire distruggendoli», ma la parola giusta non è «guerra» perché «la guerra è fatta da Stati sovrani, il terrorismo da cellule pericolose o spietate che non meritano di essere considerate Stati sovrani». Di qui la precisazione: «Loro vogliono farsi chiamare Isis, Stato Islamico. Noi li chiamiamo Daesh». Senza dimenticare la necessità di un Paese compatto. «Dopo vicende come queste, compito di chi guida un Paese è cercare di tenere tutti unità - spiega il premier - indipendentemente dalle singole idee politiche», perché «prima di tutto vengono la sicurezza nazionale e i valori condivisi di una comunità».
L’emergenza terrorismo ha costretto a un aumento dei controlli di sicurezza in tutto il Paese. In occasione della Pasqua il piano antiterrorismo si concentra soprattutto nella zona del Vaticano. Alta l’attenzione sulla messa di oggi in piazza San Pietro celebrata da Papa Francesco con la benedizione urbi et orbi. Mentre prosegue il divieto di sorvolo della città scattato già con l’apertura del Giubileo. Dopo gli attentati a Bruxelles l’Italia si trova in una fase di «pre-allarme». Di qui in generale il rafforzamento dei controlli su aeroporti, stazioni e metropolitane, porti e luoghi di culto.
LE CONTROMISURE Più posti di blocco, rafforzati i controlli in prossimità di aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane, porti e luoghi di culto