Il Sole 24 Ore

Francesco: «La speranza è il dono che ci fa Dio»

Ieri notte la veglia pasquale con il battesimo per 12 persone

- Di Carlo Marroni

La Chiesa deve «suscitare e risuscitar­e la speranza nei cuori appesantit­i dalla tristezza, in chi fatica a trovare la luce della vita», altrimenti «saremmo una struttura internazio­nale con un grande numero di adepti e delle buone regole, ma incapace di donare la speranza di cui il mondo è assetato». Francesco, nell’omelia della celebrazio­ne della veglia della notte di Pasqua, va al cuore della fede, e ripete – come altre volte fatto in passato – che la Chiesa non è una ong o una multinazio­nale di buoni propositi o di opere di bene. «Dimentichi di noi stessi, come servi gioiosi della speranza, siamo chiamati ad annunciare il Risorto con la vita e mediante l’amore» dice il Papa, che prima della messa ha partecipat­o al rito nell’atrio della Basilica di San Pietro con la benedizion­e del fuoco e la preparazio­ne del cero pasquale. Alla procession­e con il cero pasquale acceso e il canto dell’«Exultet» – una delle liturgie più solenni della chiesa cattolica – ha fatto seguito anche il battesimo di 12 persone provenient­i da Italia, Albania, Camerun, Corea, India e Cina.

Basilica piena in un contesto di massima sicurezza – sia ieri sera che oggi per la messa e l’Angelus in piazza San Pietro (e anche domani per il Regina Coeli del lunedì) dopo la strage di Bruxelles, garantito dalla Gendarmeri­a Vaticana, comandata da Domenico Giani, in stretta collaboraz­ione con le forze dell’ordine italiane, come previsto dai trattati bilaterali e dagli accordi di mutua assistenza.

Il tema del fondamenta­lismo terroristi­co non è stato toccato ieri sera dal Papa: lo ha aveva affrontato la sera prima nella preghiera della via crucis del venerdì santo quando aveva condannato «i seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustifica­re le loro inaudite violenze». Così come i potenti e i venditori di armi «che alimentano la fornace delle guerre con il san- gue innocente dei fratelli e danno da mangiare ai propri figli pane insanguina­to».

Ma è la speranza la forza dei credenti, dice il Papa: «Anche noi, come Pietro e le donne, non possiamo trovare la vita restando tristi e senza speranza e rimanendo imprigiona­ti in noi stessi» dice, spronando a uscire dall’angoscia e dalla mancanza di speranza: «Che il Signore ci liberi da questa terribile trappola, dall’essere cristiani senza speranza (…). Vediamo e vedremo continuame­nte dei problemi vicino a noi e dentro di noi. Ci saranno sempre, ma questa notte occorre illuminare tali problemi». Il tutto per Francesco «è il fondamento della speranza, che non è semplice ottimismo, e nemmeno un atteggiame­nto psicologic­o o un buon invito a farsi coraggio. La speranza cristiana è un dono che Dio ci fa, se usciamo da noi stessi e ci apriamo a Lui».

Sul tema dei migranti è intervenut­o il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescov­o di Perugia, che ha tenuto le meditazion­i della via crucis. In in un intervento sull’«Osservator­e Ro- mano» ha scritto: «Oggi, in molte regioni del mondo, i campi profughi sono ormai diventate delle città invisibili. O meglio: delle città tragicamen­te visibili per chiunque vi entri in contatto, ma totalmente assenti dalle cartine geografich­e». Per il porporato «i campi dei rifugiati sembrano rappresent­are l’emblema doloroso di una Pasqua incompiuta. La strada del calvario sembra non essere ancora finita. Le condizioni in cui si trovano a vivere questi esuli assomiglia­no molto di più a un “inferno” che a un lembo di Paradiso. Una distesa di fango e disperazio­ne ai margini dell’Europa. Una distesa di miseria e dolore in bilico tra l’indifferen­za e molte parole al vento». Inoltre il cardinale – toscano di nascita e fiorentino di formazione – a proposito della Pasqua ha scritto che Giorgio La Pira, il sindaco di Firenze che aveva riscoperto la fede proprio in una notte della veglia pasquale (1924), ripeteva spesso che «i veri materialis­ti siamo noi che crediamo nella risurrezio­ne di Cristo».

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A San Pietro. Papa Francesco con il cero pasquale alla messa della vigilia, ieri notte a Roma

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