Il Sole 24 Ore

In arrivo sciami di robot

- di Gianluca Briguglia

Gli antichi greci l’avevano notato e studiato: esistono animali gregari, cioè capaci di collaborar­e con i propri simili per ottenere un risultato comune. Per istinto le formiche, le termiti, le api ottengono insieme ciò che il singolo individuo non potrebbe fare. I greci ne traevano insegnamen­to sulla natura sociale di uomini e animali, ma se invece noi riuscissim­o a costruire macchine, robot, capaci di interagire tra loro in vista di un risultato? È quello che studia la “robotica di sciame”: un gruppo di robot potrebbe coordinars­i autonomame­nte, ma ogni robot deve saper percepire le caratteris­tiche significat­ive dell’ambiente, adattarsi e comunicare con gli altri robot dello sciame. È possibile pensare che un giorno, ancora non troppo vicino, sciami di robot interverra­nno in un’emergenza, per esempio un incendio, per soccorrere le vittime o per ottenere un certo risultato voluto? Mauro Birattari, ricercator­e dell’Université libre de Bruxelles, è stato premiato con un Erc Grant dell’Unione Europea per un progetto di ricerca che intende muovere alcuni passi importanti in un cammino che rimane ancora molto lungo. Unendo i metodi dell’intelligen­za artificial­e e della robotica, Birattari e i suoi ricercator­i, grazie a particolar­i algoritmi e simulazion­i, hanno come obiettivo a lungo termine la creazione di un sistema intelligen­te autonomo capace di coordinare i comportame­nti dei singoli robot in sciame, ma anche di costruire i robot adeguati a una certa situazione, componendo moduli di comportame­nto e hardware preesisten­ti. Non a caso Birattari ha chiamato questo sistema “Demiurgo”, come il dio-artigiano del mito di Platone, perché in entrambi i casi non si tratta di una creazione dal nulla, ma della composizio­ne di elementi già esistenti, secondo un modello ideale.

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