Narrare le colpe dei padri
In Argentina, il passato è come un crampo, e, almeno dai tardi anni Settanta, il tempo storico si distende e contrae, a intermittenza. Anche in letteratura è impossibile sfuggire a questo meccanismo a tenaglia, che non dà scampo, e configura il rapporto della coscienza collettiva con la storia recente del Paese in termini esistenziali prima ancora che politici , o sociali. Il tema – stucchevole in Europa – della ricerca dell’identità (e delle radici) assume un’urgenza totalmente diversa quando è un’intera generazione che per fare i conti con le proprie origini e la propria infanzia è costretta a porsi questione sgradevoli e radicali su ci sono stati davvero i suoi padri (e madri) e cosa hanno fatto. Ai figli, agli orfani dei desaparecidos, si aggiungono col tempo le voci dei bambini rapiti dai militari e affidati in adozione a famiglie borghesi insospettabili, rispettabili, e per i trenta-quarantenni di oggi, per i ragazzini nati alla fine degli anni Settanta durante la dittatura l’ombra del sospetto e del dubbio è pesantissima. Lo scontro, quanto meno lo scarto, tra le generazioni è inevitabile. Senza macchia apparen
te di Alicia Plante si muove contro questo sfondo tragico e paradossalmente scontato, obbligatorio, ma non scade mai nel cliché: è imprevedibile. A partire da un’ambiguità della trama, insaspettata, e dalla scelta degli ambienti, dei paesaggi. In questo primo romanzo della sua ’trilogia dell’acqua’, la Plante rilegge la vicenda dei bambini rubati a partire da un protagonista (e vittima) che non ha proprio niente di edificante e questa scelta di campo è fondamentale per mutare la denuncia in vera letteratura, e conoscenza. Ramon - l’uomo della verità, il vendicatore - è semplicemente un meschino, e un farabutto, e scegliere di cominciare da un punto di partenza tanto scomodo e sgradevole è impegnativo. Ma è proprio l’idea che lo stesso confronto tra il presente e il passato (e tra il bene il male) resti interamente dentro un orizzonte di ambiguità a rendere straordinario il romanzo della Plante così come è geniale l’intuizione di ambientare la vicenda più che a Baires tra le isole del delta del Paranà, in un contromondo. Le pagine sulla vita lungo lungo il fiume, in mezzo a canali, sono tra le cose più belle della letteratura argentina degli ultimi anni e fanno pensare a quelle – inarrivabili – della parentesi fluviale e argentina de L’indagine, il grande romanzo parigino di Juan Saer (La Nuova Frontiera).
Lo stesso tema dello scarto tra generazioni, e tra padri e figli, torna anche in un lavoro molto diverso da quello della Plante come Scritto sulla
tua terra di Mauro Libertella. Di recente Filippo La Porta ha scritto pagine molto acute e impietose sulla voga dei romanzi (e dei film) del “lutto”, dai ’bei sogni’ di Gramellini all’”invenzione della madre” di Peano (o di Nanni Moretti). Storie “inesorabilmente strazianti, fino al ricattatorio”. Scritto sulla tua terra potrebbe in teoria rientrare nello schema ma non è così, probabilmente proprio in virtù di questo retroterra argentino, duro e spiazzante. Con estrema asciuttezza, senza aut oc omise razione, senza fronzoli, Libertella racconta della morte del padre, scrittore famoso (mai tradotto in Italia) nonché alcolista, per fare i conti con la propria vocazione di scrittore e per trovarsi. Non è un’operazione cinica ma un lavoro di scavo, e di verità, e nelle ultime pagine del libro Libertella si confronta con grande consapevolezza proprio con quello che sta diventando un genere letterario, anche stucchevole: i libri sulla morte del padre, della madre. E «un po’ dentro e un po’ fuori questa convenzione letteraria», ne intuisce il solo tema serio, quell che resta: il nodo è la «comparsa di una voce: riportando dal passato la storia del padre, la voce del figlio compare nel presente». L’impressione è che il tentativo sia legittimo solo ove la Storia dia un senso in qualche modo ’politico’ (o morale) a quest’operazione restando deliberamente estranea ai minuetti del sentimentalismo, e all’autofiction.
Alicia Plante, Senza Macchia apparente, La Nuova Frontiera, Roma, pagg. 262, € 17, Mauro Libertella, Scritto sulla tua terra, Caravan Edizioni, Roma, pagg. 90, € 9,50