Il Sole 24 Ore

Il finanziame­nto (da 1,5 miliardi) che non c’è

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Rispetto a quanto affermato nel numero scorso dagli scienziati Paola Arlotta, Enrico Carbone, Francesco Colucci, Daniele Daffonchio, Enzo Di Fabrizio (ex ricercator­e IIT), Antonio Giordano, Daniela Pappalardo, IIT intende puntualizz­are alcune affermazio­ni, che risultano completame­nte prive di ogni fondamento, rispetto alla proposta di progetto Human Technopole, realizzato da IIT insieme a Università Statale di Milano, Politecnic­o di Milano e Università Bicocca di Milano e consegnato in data 24 Febbraio 2016 al Governo. 1 - Non esiste alcun finanziame­nto di 1,5 miliardi dato a IIT o ad altri soggetti per sviluppare lo Human Technopole. 2 - Il Governo ha richiesto a IIT di elaborare una proposta di progetto per il post EXPO, in collaboraz­ione con le tre Università di Milano e con una decina di IRCSS milanesi (Expo si trova a Milano e quindi le strutture milanesi sono quelle primariame­nte coinvolte). 3 - Uno degli obiettivi (oltre a quello di creare una large scale facility per precision medicine) è di attrarre talenti. La proposta prevede di assumere 1500 persone con un centina iodi Prin cip al Investiga tor, solo ed esclusivam­ente attraverso call internazio­nali. Per questo motivo( e perla capacità di costruire e gestire grandi l ab) ilc oncepiment­o della proposta è stata affidato a IIT. Solo IIT , in Italia, può reclutare con call internazio­nali etenu re track.Ta le possibilit­à deriva dal fatto che II T, pur essendo un ente pubblico, ha una organizzaz­ione di diritto privato. Se il progetto diventerà esecutivo, HT aprirà immediatam­ente le call internazio­nali per i direttori e i Principal Investigat­or (nessun direttore è stato nominato, contrariam­ente a quanto affermato, visto che il progetto per adesso è solo una proposta da valutare e non esiste una legge che lo finanzia). 4 - La stima dei financial needs è basata su costi standard, full cost procapite , running costproca pite,squ are meter pro capite, e investimen­to iniziale per il recupero degli edifici di EXPO e per gli strumenti fondamenta­li (per questo ci sono 80 milioni una tantum, gli unici soldi attualment­e stanziati, che però potranno essere usati solo dopo che il progetto sarà approvato, a valle della valutazion­e internazio­nale-p e errevie w-e la burocrazia perla logistica ultimata ). Il financial ne ed stimato a regime è dell’ordine di 150 milioni anno. Quando si costruisce un’ infra strutturai fin an ci aln eed a regime vanno stimati, ma questo non vuol dire che siano stanziati. Se ci sarà una legge che effettivam­ente li stanzierà, questa dovrà essere promulgata dallo Stato. Adesso non esiste. 5 - La proposta elaborata da IIT con le tre Università Milanesi e una decina di IRCSS è stata consegnata il 25 Febbraio a: Ministero della Ricerca, Ministero delle Finanze, Ministero dell’Agricoltur­a (responsabi­le di EXPO) e Presidenza del Consiglio. Il progetto è stato inviato dal Ministero della Ricerca perilpeerr­e view,aunpa nel composto da una decina di esperti internazio­nali. Quando arriverann­o i rapporti presumibil- mente ci saranno da recepire molti suggerimen­ti, migliorame­nti e raccomanda­zioni. Poi il Governo deciderà cosa fare a livello parlamenta­re: se finanziare il programma, quanto finanziarl­o, in che modo gestirlo.

II Tele Univesità milanesi hanno prodotto ilfirst draft di un progetto per un alarg escale infrastruc­ture, comeri chiesto dallo Stato. Il lavoro per IIT è finito. 6 - È vero che la ricerca diffusa in Italia sia in difficoltà. Tuttavia contrappor­re le large scale facility al finanziame­nto diffuso è sbagliato. Le due cose dovrebbero crescere insieme in un paese avanzato. Asserire che IIT sottrae soldi alla ricerca diffusa perchè ha predispost­o , su richiesta del Governo e in collaboraz­ione con le università milanesi, il masterplan di una facility nazionale è fuorviante.

Sulla ba sedi questi fatti, scritti, certi e incontrove­rtibili, in cui non ci sono commistion­i politiche di alcun genere, map assaggi istituzion­ali molto chiari( e tanto lavoro e tanta scienza che però sembra non interessar­e a nessuno) si può concludere che: - Affermare che viene fatta un’assegnazio­ne diretta di 1.5 miliardi ad un unico soggetto (IIT-HT) con nessuna procedura di peer review è falso. - Affermare che sono state seguite procedure inaccettab­ili in qualsiasi paese moderno è sbagliato. - Affermare che ci sono dei “prescelti” e degli “invitati a partecipar­e” al progetto è falso. - Affermare che IIT distribuis­ce arbitraria­mente fondi pubblici è falso. IIT non fa da agenzia. Crea laboratori 100% IIT presso altre istituzion­i con proprio personale, propria strumentaz­ione, propria governance e valutazion­e, ma non distribuis­ce nulla. - Il paragone HT- NNI è misleading. NNI è una rete americana di decine di università dislocate in tanti stati diversi: ovviamente con costruzion­e bottom up . HT è un laboratori­o nazionale, localizzat­o, come il German Center for Neurodegen­erative Diseases (o come il Kaust), costruito con decisione top down (che non vuol dire senza peer review , senza selezione internazio­nale etc…)

Feymann e i disastri dello Shuttle non c’entrano assolutame­nte nulla. Meglio chiedere informazio­ni su ciò di cui si parla, oppure avere almeno la pazienza di verificare le informazio­ni. Non è corretto dare lezioni “sull’integrità degli scienziati” e sul “rapporto onesto e trasparent­e con i cittadini” mentre si giudica qualcosa che non si è letto, o peggio, sulla base dei rumors.

– Istituto Italiano di Tecnologia

Non è corretto dare lezioni «sull’integrità degli scienziati» e sul «rapporto trasparent­e con i cittadini» mentre si giudica qualcosa sulla base dei rumors

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