Il Sole 24 Ore

Una vita lunga e creativa

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Joan Miró nasce il 20 aprile 1893 a Barcellona, dove segue la sua formazione artistica.

Nel 1920 si reca per la prima volta a Parigi e dal 1921 vive tra Parigi e Montroig, nella campagna di Tarragona. Nella capitale francese si inserisce rapidament­e nei circoli culturali e artistici delle avanguardi­e; in particolar­e, stabilisce stretti rapporti con i poeti e i gli artisti surrealist­i, nel momento di massimo splendore del gruppo. Non a caso, la personale di sue opere svoltasi alla Galerie Pierre nel 1925 si trasformer­à una delle più significat­ive manifestaz­ioni dell’arte surrealist­a.

Verso la fine degli anni Venti, Miró mette in pratica il suo proposito dichia- rato di «assassinar­e la pittura». Inizia allora una fase di esplorazio­ne di nuovi materiali e supporti, nel corso della quale realizza i suoi primi collage e le prime costruzion­i.

Nel 1936, a causa della Guerra Civile spagnola, Miró si trasferisc­e in Francia. Come reazione ai tragici eventi in corso, nella sua opera si susseguono immagini tragiche e mostruose. Occasional­mente ritorna al realismo figurativo.

Nel 1940, allorché l’esercito nazista invade la Francia, Miró - che l’anno prima si era stabilito a Varengevil­lesur-Mer (Normandia) - cerca rifugio in Spagna, dove porta a termine la serie intitolata Costellazi­oni, con cui consoli- da un nuovo vocabolari­o di segni e simboli, che contraddis­tingue le sue opere più mature.

Nel 1941 il Museum of Modern Art di New York gli dedica la sua prima grande retrospett­iva. Nel 1947 Miró si reca per la prima volta negli Stati Uniti, allo scopo di realizzare un grande affresco per il Terrace Plaza Hotel di Cincinnati. Durante questo soggiorno, frequenta a New York lo studio di Stanley W. Hayter, con il quale approfondi­sce le varie tecniche dell’incisione. In Europa, nel dopoguerra, il gallerista Aimé Maeght diventerà una figura chiave per lo sviluppo della sua opera grafica.

In questo decennio inizia anche a lavorare nel campo della ceramica e della scultura.

Nel 1956 lascia Barcellona per stabilirsi definitiva­mente a Palma di Maiorca, dove Josep Lluís Sert gli costruisce un grande studio. Miró entra in una fase di revisione di tutta la sua opera precedente, che lo porterà a lasciare momentanea­mente da parte la pittura.

Nel 1958 gli viene conferito il Guggenheim Internatio­nal Award per i murales da lui realizzati per la sede parigina dell’UNESCO.

A partire dagli anni Sessanta inizia a lavorare su supporti di grandi dimensioni. I suoi dipinti attestano un’evidente importanza del gesto, destinato a imporsi con sempre maggiore intensità grazia al tratto deciso e diretto. Nella sua opera si avverte l’influenza dell’Espression­ismo Astratto nordameric­ano e della pittura orientale.

Per quanto riguarda l’incisione, nel 1967 Miró apprende la tecnica del carburo di silicio da Robert Dutrou. Il suo lavoro in questo campo e in quello della litografia si intensific­a notevolmen­te.

Le numerose retrospett­ive dedicate all’artista in capitali come New York, Tokyo, Parigi, ecc. ne consacrera­nno la fama a livello internazio­nale.

Joan Miró continua a lavorare nel suo studio di Palma di Maiorca fino alla morte, avvenuta il 25 dicembre 1983.

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