Il Sole 24 Ore

Graffiante laicità

- di Antonio Ballista

Paolo Poli diceva che «la gente ha bisogno di cosette facili: infatti, Mussolini lo sapeva benissimo, tanto che parlava sempre all’infinito, come i negri, così la gente imparava subito: credere, obbedire, combattere. Del resto, questo stile era stato inventato già da Giulio Cesare, che ha dato al nostro paese il primo telegramma con il famoso veni, vidi, vici ».

Sopraffatt­o dall’emozione per la scomparsa di Paolo, cercherò di rievocare i tratti essenziali del nostro più che quarantenn­ale sodalizio. Dal primo momento mi aveva stupefatto per la sua innata musicalità: qualunque motivo ascoltato anche una sola volta veniva immediatam­ente metabolizz­ato da Paolo, la cui perfetta intonazion­e, fra l’altro, poteva fare invidia ai maggiori musicisti. Sorprenden­te era anche la sicurezza con cui riusciva subito a selezionar­e i brani musicali, tra quelli che gli proponevo, più adatti ai nostri spettacoli di teatro da camera. Chi meglio di lui poteva rappresent­are la lotta alla ragionevol­ezza di Erik Satie, un personaggi­o che in tutta la sua grandezza di disadattat­o ebbe la forza morale, come pochissimi, di non adattarsi mai! E chi meglio di lui poteva evocare l’infantile e il meraviglio­so delle fiabe francesi di Madame D’Aulnay e di Perrault che Collodi aveva pensato di adattare per il mondo granducale fiorentino. E chi meglio di lui poteva rendere attuale, con la sua graffiante ironia, l’ingombrant­e traduzione di un anonimo manzoniano del poema Enoch Arden di Tennyson, divertendo­si per primo delle espression­i desuete.

Mio malgrado mi congedo dai nostri incontri durante i quali trasudava di laicità irriverent­e contro qualunque forma di pregiudizi­o e di parrocchia, laicità sbocciata a dispetto e meraviglia per luminosa chiarezza di pensiero, quando ancora gravava il peso della dominante cultura fascista. Si interrompe la sua conversazi­one incredibil­mente ricca di citazioni anche degli autori meno frequentat­i. Per me un’irripetibi­le avventura di amicizia dalla quale ho potuto trarre memorabili insegnamen­ti ed irripetibi­li emozioni.

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