Graffiante laicità
Paolo Poli diceva che «la gente ha bisogno di cosette facili: infatti, Mussolini lo sapeva benissimo, tanto che parlava sempre all’infinito, come i negri, così la gente imparava subito: credere, obbedire, combattere. Del resto, questo stile era stato inventato già da Giulio Cesare, che ha dato al nostro paese il primo telegramma con il famoso veni, vidi, vici ».
Sopraffatto dall’emozione per la scomparsa di Paolo, cercherò di rievocare i tratti essenziali del nostro più che quarantennale sodalizio. Dal primo momento mi aveva stupefatto per la sua innata musicalità: qualunque motivo ascoltato anche una sola volta veniva immediatamente metabolizzato da Paolo, la cui perfetta intonazione, fra l’altro, poteva fare invidia ai maggiori musicisti. Sorprendente era anche la sicurezza con cui riusciva subito a selezionare i brani musicali, tra quelli che gli proponevo, più adatti ai nostri spettacoli di teatro da camera. Chi meglio di lui poteva rappresentare la lotta alla ragionevolezza di Erik Satie, un personaggio che in tutta la sua grandezza di disadattato ebbe la forza morale, come pochissimi, di non adattarsi mai! E chi meglio di lui poteva evocare l’infantile e il meraviglioso delle fiabe francesi di Madame D’Aulnay e di Perrault che Collodi aveva pensato di adattare per il mondo granducale fiorentino. E chi meglio di lui poteva rendere attuale, con la sua graffiante ironia, l’ingombrante traduzione di un anonimo manzoniano del poema Enoch Arden di Tennyson, divertendosi per primo delle espressioni desuete.
Mio malgrado mi congedo dai nostri incontri durante i quali trasudava di laicità irriverente contro qualunque forma di pregiudizio e di parrocchia, laicità sbocciata a dispetto e meraviglia per luminosa chiarezza di pensiero, quando ancora gravava il peso della dominante cultura fascista. Si interrompe la sua conversazione incredibilmente ricca di citazioni anche degli autori meno frequentati. Per me un’irripetibile avventura di amicizia dalla quale ho potuto trarre memorabili insegnamenti ed irripetibili emozioni.