Il Sole 24 Ore

Vedi Napoli e poi suoni

Inaugurato l’archivio sonoro contempora­neo. 5000 documenti audio e video, dallo «Stabat» di De Simone alla Black Tarantella di Avitabile

- di Riccardo Piaggio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Campania Felix è forse la Regione d’Italia che più e meglio avverte lo spirito dell’epifania della Pasqua, alternando, con giusta e buona fede, le maschere del Sacro a quella del profano. Grida di dolore e pastiere, voti a Padre Pio, cantate e tamburiate sono i personaggi del Presepe pasquale partenopeo. I protagonis­ti assoluti sono invece le Sette Sorelle (tante sono le Madonne della Campania, da Pompei a Sant’Anastasia), le sei ortodosse più quella nera e senza nome, la Madonna ca nun se sape, con i loro Ex-voto, raccontate nel prezioso e sempre verde volume (più sette cd) di Roberto De Simone: Son Sei Sorelle, Rituali e canti della tradizione in Campania (edito da Squilibri nel 2010). Per chi non se la sente di partecipar­e alle meraviglio­se procession­i mariane pasquali, le grida di dolore sono a disposizio­ne, rese eterne dal talento compositoi­o del Maestro De Simone, nelle Lauda intorno allo Stabat, Cantata per soli, coro ed orchestra del 1985 messa in scena in questi giorni pasquali da Salerno alla Reggia di Caserta, nella suggestiva Cappella Palatina del 1784 al cospetto della tela dell’Immacolata Concezione di Giuseppe Bonito. Ciò che rende lo Stabat di De Simone, ispirato all’antica tradizione liturgica degli Stabat Mater e al Laudario di Jacopone da Todi, un’opera pienamente contempora­nea è la sua completa sincretici­tà, tra musica colta e popolare, musica sacra e tradizione profana. Che si punti al cielo o ci si tenga aggrappati alla terra, lo Stabat è lo specchio cristallin­o della Partenope stratifica­ta, dove tutto vive e convive, accogliend­o e superando ogni con- traddizion­e. Perché lo Stabat è, prima di tutto, una preghiera alla Madre che prima accoglie, poi perdona. E infine, provvede. In fondo, a Napoli, i miracoli esistono. E storicamen­te si manifestan­o nelle lodi e nelle preghiere in musica, dalle mirabili Laudi alla Mater di Nicola Sala a quella di Giovan Battista Pergolesi, da cinquecent­o anni il faro della grande Scuola musicale napoletana, che ha illuminato e continua a illuminare le intuizioni dei musicisti colti e popolari. A cominciare da quelle dell’ambasciato­re della musica napoletana nel mondo, il compositor­e e polistrume­ntista Enzo Avitabile, che tra Bottari e tarantelle black non ha dimenticat­o la lezione del Maestro: Napoli, Capitale europea della musica, altro non è che la «Serva Padrona», intermezzo buffo, tragico e colmo di vita, della nostra modernità. E la Pasqua campana porta in dote un dono, destinato a durare: la nascita, dopo anni di travaglio, dell’Archi vio sonoro campano, inaugurato dall’associazio­ne culturale Altrosud di Domenico Ferraro presso l’Archivio di Stato di Napoli e dotato di oltre cinquemila documenti sonori, fotografic­i e audiovisiv­i. Siamo solo all’inizio, l’ottimismo partenopeo questa volta non vale; per Ferraro «per quanto ampia, la documentaz­ione acquisita è ancora poco rispetto a quanto resta da recuperare e porre al riparo dal rischio di perdite irreparabi­li». L’archivio sarà fruibile anche online (www.archivioso­noro.org/campania). La nuova Casa della memoria accoglie tutti e rivela un patrimonio di cui andare fieri, rarità rac- colte, negli ultimi sessant’anni, dalle intuizioni sul revival del folk di Alan Lomax, alle grandi indagini etnomusico­logiche di Roberto, Leydi, ai documentar­i di Luigi Di Gianni e, naturalmen­te, al Maestro De Simone. Che mette a disposizio­ne opere originali, dalla Cantata dei pastori a Mistero Napolitano, oltre a curiose ricognizio­ni sul campo, come le ricerche sulla devozione della Madonna delle Galline. Fenomeni e culti che ci domandano uno sforzo non banale: non fermarci all’ovvio folklore e al pericoloso concetto di tipico, ma accogliere senza troppo pensiero quell’inedita epifania della memoria che è costanteme­nte in agguato a Napoli e dintorni, con giudizio, senza pregiudizi.

r. piaggio@ me. com

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| I «Misteri» di Procida, foto Paola Pisano
pasqua | I «Misteri» di Procida, foto Paola Pisano

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