Pazzo coniglio marzolino
Èpiovuto tutta notte, si è fatto mattino e piove ancora. È pioggia di marzo è aguas de março, è madeira de vento tombo da ribanceira, é o mistério profundo é o queira ou não, …che c’era e non c’era, è sì è no, è promessa di vita è il mondo com’era…. E comunque piove, tiepida, impertinente, indisponente pioggia di marzo.
Tic tac, tic tac, tic tac... La gatta Frida è da un pezzo sulla porta; vuole uscire, non vuole uscire, vuole uscire, non lo sa. Mi metto alla porta con lei, voglio uscire, non voglio uscire, voglio uscire, non lo so nemmeno io.
Tic tac, tic tac, tic tac… me sta cacanno ’o cazz. Io e lei sulla porta, facciamo finta di non conoscerci, io che guardo la vecchia quercia madre che ha appena buttato, lei che allunga le orecchie perché ha visto qualcosa verso la siepe del rosmarino, di tra la stessa acqua guardiamo ciascuno la propria pioggia, vediamo mondi diversi.
Tic tac, tic tac, tic tac… La gatta Frida schizza via e un nanosecondo dopo dal rosmarino schizza per aria un coniglio, un bel coniglio grigio e beigiolino. È pazzo, è un coniglio marzolino. Salta qua e salta là, corre, si ferma, sguiscia di lato, mette il naso alla pioggia, si fionda nell’aria. La gatta si è fermata a guardarlo, non ci crede. Come può credere a un coniglio in preda a frenesia suicida, un coniglio in amore? Lei vorrebbe sgrinfiarselo, non vorrebbe, vorrebbe, e lui si scioglie tra le frasche basse dell’alloro e scompare.
Tic tac, tic tac, tic tac… São as águas de março fechando o verão, a promessa de vida no teu coração.