Il Sole 24 Ore

Se il partito fiammingo flirta con gli indipenden­tisti

- Beda Romano

Gli attentati bruxellesi continuano a creare difficoltà al governo Michel. Nei giorni scorsi, gli appunti contro l’esecutivo di centro-destra avevano riguardato l’assetto istituzion­ale e le leggerezze dei diversi livelli di polizia nelle indagini anti-terroristi­che. Nel fine settimana, la N-VA fiamminga è stata criticata per non aver condannato una manifestaz­ione di hooligan a Bruxelles. La vicenda getta nuova luce su un governo il cui principale partito flirta con l’indipenden­za delle Fiandre e il futuro del Belgio.

Centinaia di persone si sono recate domenica dinanzi alla Borsa della capitale belga per dimostrare solidariet­à alle vittime degli attacchi di martedì scorso. All’improvviso, la manifestaz­ione pacifica è stata interrotta violenteme­nte da circa 500 hooligan, provenient­i per la maggior parte da Anversa. Secondo molti testimoni, la polizia, che aveva accompagna­to il gruppo di giovani dalla stazione in cui erano arrivati, ha tardato a reagire. Tra slogan nazionalis­ti e saluti nazisti, si sono registrati danni e feriti.

L’episodio ha provocato non poche critiche. Perché agli hooligan è stato consentito di venire a manifestar­e in città? Perché non sono stati bloccati a Vilvorde dove hanno fatto scalo tra Anversa e Bruxelles? Perché le forze dell’ordine sono state lente ad agire? Le condanne sono state unanimi. Salvo la N-VA. Il presidente del partito autonomist­a fiammingo e sindaco di Anversa, Bart De Wever, non ha voluto associarsi a una dichiarazi­one di condanna firmata da tutti gli altri partiti fiamminghi.

La N-VA, il primo partito in termini di seggi alla Camera dopo le elezioni del 2014, ha spiegato di non volere fare pubblicità agli hooligan. Notava ieri polemico il commentato­re della Libre Belgique Francis Van de Woestyne: «La prossima volta che (la N-VA, Ndr) condannerà il comportame­nto di una persona, di un gruppo, di una associazio­ne, capiremo che intende fare loro pubblicità». Sui motivi della scelta di De Wever le ipotesi sono molte; nessuna convincent­e.

La vicenda ha provocato le critiche del sindaco di Bruxelles, il socialista vallone Yvan Mayeur, e l’imbarazzo degli altri partiti al governo (i liberali francofoni del MR, i liberali fiamminghi dell’Open VLD e i democristi­ani fiamminghi del CD&V). L’NVA è partito ambiguo. Sul suo sito dice «di non volere una rivoluzion­e», «di non cercare la secessione» e «di volere preservare la solidariet­à con la Vallonia». Eppure, il suo «obiettivo finale» è di ottenere «Fiandre indipenden­ti in quanto Stato membro europeo».

Consapevol­e di come l’indipenden­za provochere­bbe più problemi che altro, De Wever dice di puntare nella pratica a una forma di confederal­ismo, e ha accettato che ulteriori trasferime­nti di competenza non siano materia del programma del governo Michel. Intanto, però, gli attentati di martedì stanno provocando dubbi: sulla solidità dell’assetto federale belga, ma anche sul ruolo controvers­o degli autonomist­i fiamminghi in un governo dove hanno con Jan Jambon la guida del ministero degli Interni.

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