Il Sole 24 Ore

«Vincenti grazie alla flessibili­tà»

- L.Or.

p «Guardate ai Bric’s, al rallentame­nto in Europa, alle difficoltà che ci sono in molte altre parti del mondo. Che cosa resta?». Non molto in effetti. Ed è il motivo per cui Luigi Galdabini, presidente di Ucimu - Sistemi per produrre, è tra i più convinti sostenitor­i della necessità di sviluppare il business del settore verso gli Stati Uniti, primo mercato al mondo per le macchine utensili.

«L’impegno del Governo ai massimi livelli – spiega Galdabini – con la presenza a Chicago del presidente del Consiglio è fondamenta­le, il modo giusto di fare sistema. Da un lato si riconosce il fatto che questo è un settore strategico per il Paese, capace non solo di vendere macchine ma anche di attivare in Italia un indotto meccanico rilevante. Dall’altro si rende esplicito il nuovo ruolo che la politica intende svolgere: la promozione della nostra industria nel mondo». Il nuovo rapporto di cambio tra euro e dollaro, più vicino alla parità rispetto al passato, offre alle aziende italiane margini di manovra aggiuntivi. Contesto che ora per Galdabini sarebbe opportuno rendere stabile. «Con un euro a quota 1,40 sul dollaro, come accadeva non molto tempo fa, la nostra competitiv­ità era in affanno e per molte Pmi investire negli Usa era un azzardo insostenib­ile. Se questo livello di cambio dovesse stabilizza­rsi io credo che il quadro potrebbe cambiare, spingendo molte più aziende italiane delle macchine utensili a investire verso Washington».

Impegno necessario soprattutt­o per aumentare il livello di servizio. «L’assistenza è cruciale, perché è la leva fondamenta­le su cui instaurare un rapporto di fiducia con il cliente. Qui negli Usa l’approccio è molto diretto: non conta chi sei, da dove vieni, se sei piccolo o grande. L’importante è dimostrare affidabili­tà e capacità di produrre ciò che viene richiesto: non sono loro a doversi adattare, siamo noi a dover capire e soddisfare le loro esigenze. E la flessibili­tà, per gli italiani, è in effetti un vero punto di forza». Esperienza che lo stesso Galdabini, titolare dell’omonima azienda varesina di macchine utensili, sta vivendo direttamen­te. «L’esperienza è molto positiva e quest’anno gli Stati Uniti per noi rappresent­ano il primo mercato di sbocco, con un quarto del fatturato».

Ordini che riguardano anche macchinari avanzati, mai prodotti finora dall’azienda, che pure è stata selezionat­a sulla base della propria credibilit­à. «Stiamo lavorando a una raddrizzat­rice per tubi di grande formato – spiega Galdabini – un ordine da oltre quattro milioni di euro. Ma ci sono altre commesse importanti, questo è in effetti un mercato che alle aziende italiane può davvero dare molto. Ed è il motivo per cui la presenza qui a Chicago del nostro primo ministro è fondamenta­le: un motivo di orgoglio e un modo per il nostro settore di ottenere una risonanza che da solo ovviamente non potrebbe avere».

LE PRIORITÀ «Con un dollaro stabile a questi livelli anche le Pmi potranno investire di più. In un mondo sempre più difficile è cruciale essere qui»

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