Svanito il 15% delle campagne Coldiretti protesta in piazza
p «L’Italia ha perso il 15% delle campagne per effetto dell’abbandono e della cementificazione provocati da un modello di sviluppo sbagliato, che ha causato la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata negli ultimi 20 anni, pari ad almeno 400 campi da calcio al giorno». È quanto denuncia la Coldiretti in occasione del blitz di agricoltori e allevatori in città nel giorno tradizionalmente dedicato alle «scampagnate», per denunciare gli effetti delle profonda crisi che ha colpito settori importanti dell’agricoltura, con l’abbandono delle campagne e la chiusura delle stalle italiane.
Gli agricoltori della Coldiretti hanno scelto di occupare ieri piazza Palazzo di Città nel pieno centro di Torino, per riaffermare il contributo dell’agricoltura al Paese proprio nel giorno in cui tradizionalmente milioni di cittadini apprezzano le bellezze delle campagne e gustano i prodotti della terra e dell’allevamento nei tradizionali picnic fuori porta.
«Senza campagna muoiono anche le città», «agricoltura vuol dire cibo, ambiente e salute», «un prezzo etico e giusto per il latte», «salviamo la fattoria Italia dalle speculazioni» sono alcuni degli slogan della mobilitazione. Nella piazza è stato allestito un mercato di prodotti delle campagne italiane. «Il frutteto italiano - riferisce Coldiretti in una nota - si è ridotto di un terzo (-33%) negli ultimi 15 anni, con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti». Un arretramento che «rischia di far perdere all’Italia il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea – prosegue l’associazione –. La situazione non è migliore per le fattorie, da dove sono scomparsi 2 milioni di animali tra mucche, maiali e pecore negli ultimi dieci anni, con il pericolo di estinzione per le razze storiche e lo spopolamento delle aree interne e montane, ma a rischio c’è anche il primato dell’enogastronomia made in Italy, con la dipendenza dall’estero che per carne, salumi, latte formaggi è vicina» ad un’incidenza del 40 per cento.
«Minacciate di estinzione – precisa Coldiretti – ben 130 razze allevate, tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di sviluppo rurale della precedente programmazione. Ma in pericolo – continua Coldiretti – sono anche pezzi pregiati dell’enogastronomia nazionale che può contare sul primato mondiale con 49 formaggi a denominazione di origine protetta (Dop) riconosciuti dall’Unione europea, davanti alla Francia che ne possiede solo 45». Sotto accusa la normativa comunitaria «che consente di spacciare come Made in Italy – prosegue Coldiretti – prodotti importati dall’estero, per la mancanza di norme chiare e trasparenti sull’etichettatura di origine. La mancanza di trasparenza in etichetta sulla reale origine colpisce salumi e formaggi ma anche il latte a lunga conservazione. Il risultato è che vengono spacciati come italiani prodotti di origine straniera con gli inganni del finto Made in Italy che riguarda – stima Coldiretti – due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle».
LE STATISTICHE Secondo l’organizzazione il frutteto italiano si è ridotto del 33% negli ultimi 15 anni: scomparsi 140mila ettari occupati da alberi da frutto