Il porto di Trieste investe sui treni
Il trasporto intermodale al centro dei progetti pubblici e privati FRIULI VENEZIA GIULIA
Punta sempre più decisamente sul trasporto intermodale da nave a ferrovia, il porto di Trieste che è diventato così lo scalo italiano con i più efficaci collegamenti diretti via treno con centro ed Est Europa. Un risultato raggiuntocon una collaborazione tra l’Autorità portuale e i privati, che stanno investendo in modo deciso sui terminal. Con l’obiettivo di rendere sempre più agevole lo spostamento su ferro dei container, in arrivo sia sui trailer caricati su navi ro-ro, sia sulle portacontainer.
«L’asset strategico del porto di Trieste – afferma il commissario della port Authority, Zeno D’Agostino - sono i servizi intermodali. E il trasporto con il treno sta diventando la caratteristica dello scalo. In particolare per quanto riguarda i semitrailer che arrivano con unità ro-ro. Nel 2015 abbiamo totalizzato 5.046 treni di traffico intermodale, ai quali si devono aggiungere quelli del traffico convenzionale (che trasportano coils e petroli, ndr) e si arriva a un totale di 5.604 treni, il 12% in più del 2014. Per il 2016, che tra gennaio e febbraio ha segnato il 30% di convogli in più rispetto allo stesso periodo del 2015, intendiamo superare i 7mila treni totalizzati dal porto della Spezia». Lo scalo ligure è attualmente il porto italiano che movimenta più traffico merci via treno (il 35% di quello che giunge sulle banchine). Lo sviluppo intermodale dello scalo triestino si completa con un progetto, dell’Authority, di valorizzazione della zona franca del porto .
Francesco Parisi è alla guida di Emt , che gestisce il molo VI di Trieste (traffico ro-ro), ed è presidente del cda del consorzio d’ imprese che ha iniziato la realizzazione della piattaforma logistica dello scalo. «Abbiamo ottenuto in con- cessione il molo VI dal 2010 fino al 2034 grazie a un progetto di riassetto dell’area. Abbiamo investito 15 milioni per rifare il layout del molo e agevolare il trasferimento dei semitrailer su ferro. L’idea di concentrarci sul-l’intermodalità è stata stimolata da nostri clienti, soprattutto turchi e tedeschi, che volevano un trasporto su ferro al posto dell’autostrada del mare che proseguiva da Trieste su gomma. Sul molo VI ora investiremo altri 4 milioni in opere fisse. Mentre, per quanto riguarda la piattaforma logistica, l’appalto ammonta a 132 milioni. Di questi, 102 sono pubblici e 30 privati, sempre per opere fisse. Poi ci saranno 5-7 altri milioni per mezzi di banchina».
Il gruppo Samer sta invece acquisendo il molo V (terminal frutta) mentre opera servizi ro-ro, provenienti principalmente dalla Turchia, sulla Riva Traiana. «C’è una fortissima domanda di trasporto intermodale – dice Enrico Samer – e intendiamo portare su treno il 100% dei camion che arri- vano via nave. Attualmente siamo a quota 40%. Abbiamo previsto 9 milioni di investimenti nel 2016 per migliorare il nostro servizi, tramite la società Samer Seaports partecipata al 40% da Samer e al 60% dalla turca Un Ro-ro Istanbul. Inoltre stiamo acquisendo, dal gruppo Gavio, il terminal frutta del molo V dove manterremo i magazzini refrigerati ma guadagneremo anche spazi per il traffico ro-ro». Anche Tmt, il terminal del molo VII che opera sulle navi portacontainer, sta puntando sui treni. «Muoviamo - afferma il presidente, Fabrizio Zerbini – 50 convogli la settimana: 25 in e 25 out, diretti in Italia ma anche in Germania, Ungheria, Austria e ci aspettiamo a breve sviluppi con Repubblica Ceca e Slovacchia; in più muoviamo altri treni blocco straordinari». È in corso, inoltre, un progetto di ampliamento del molo da 188 milioni, tutti di investimenti privati, in due fasi: la prima, da circa 90 milioni, dovrebbe concludersi nel 2020.