Come è difficile garantire l’uguaglianza delle opportunità
Caro Fabi, si parla periodicamente di introdurre una sorta di reddito minimo per affrontare alla radice il tema della povertà. C’è indubbiamente il problema del finanziamento di un intervento di questo tipo, così come c’è la necessità di attuare un metodo altrettanto semplice, quanto in grado prevenire bloccare eventuali abusi. Ritengo corretto che lo Stato intervenga in casi di evidente necessità, ma misure generalizzate rischierebbero di ampliare la presenza di uno Stato assistenziale non certo esempio di efficienza e di capacità di premiare chi si dà da fare. Gentile Luppi, nella sua lettera, che ho dovuto ridurre per esigenze di spazio, lei poi si domanda in sintesi se interventi di questo tipo siano coerenti con una società di libero mercato e non siano invece le premesse per un modello di tipo socialista. A questo proposito, senza dimenticare i problemi che lei giustamente sottolinea del come finanziare questi interventi e di come garantire efficacia e trasparenza, vorrei però ricordare come la solidarietà sociale non sia per nulla in contrasto con i valori del liberalismo. Si può ricordare come un grande liberale come Luigi Einaudi nelle sue “Lezioni di politica sociale”, riflessioni scritte nel suo esilio in Svizzera nel 1944, ricordi come una sana una solidarietà non solo non è incompatibile con le leggi dell'economia di mercato, ma è funzionale proprio allo sviluppo di un autentico regime liberale. Infatti, secondo Einaudi l’obiettivo strategico che si deve perseguire con una efficace «legislazione sociale» è quello di «avvicinare, entro i limiti del possibile i punti di partenza» delle persone sottolineando «il principio generale che in una società sana l’uomo dovrebbe poter contare sul minimo necessario per la vita». Un minimo che non induca i singoli all’ozio, che «non sia un punto di arrivo ma di
partenza; una assicurazione data a tutti gli uomini perché tutti possano sviluppare le loro attitudini». Lo Stato liberale, quindi, non solo deve garantire l’uguaglianza giuridica dei cittadini, ma deve anche intervenire, non per cercare di realizzare l’utopia di una uguaglianza per legge, questa sì incompatibile con i principi liberali, ma per migliorare le possibilità di coloro che per tanti motivi possono essere più svantaggiati. Ecco quindi che in queste “lezioni” Einaudi illustra un lungo elenco di interventi che lo Stato non solo può, ma deve attuare: imposte progressive, tasse di successione sulle grandi eredità, assicurazioni contro gli infortuni, as- segni familiari per i figli, pensioni di vecchiaia, servizi pubblici gratuiti, sussidi per i disoccupati. E peraltro si può aggiungere che una certa quota di redistribuzione del reddito può contribuire anche a dare una spinta ai consumi e quindi all'insieme dell'economia.