Garmin, conti record Focus sul design italiano
Viganò: leader nello sport, corr iamo a due cifre
Oltre 270 milioni di dispositivi elettronici indossabili saranno venduti nel 2016 per un giro d'affari di oltre 28 mliardi di dollari. Non ci vuole l'istituto di ricerca Gartner per scommettere che quest'anno sarà un anno d'oro per i produttori di orologi intelligenti, braccialetti per il fitness, fasce toraciche e tutti quegli accessori hi-tech che servono le sport e il tempo libero. La categoria delle wearable technologies (tecnologie indossabili) è però troppo ampia e difficile da maneggiare. Contiene tutto e il contrario tutto. Dentro questo “recinto” ci sono outsider come Fitbit (secondo Idc in testa al ranking mondiale con una quota del 20% del mercato nel 2015), la cinese tuttofare Xiaomi, la preziosa Apple con i suoi Apple Watch e Garmin numero uno nei device per lo sport professionale.
p «Il mercato si sta specializzando - spiega Stefano Viganò, da quatto anni numero uno di Garmin Italia -. Paragonare uno smartwatch e un fitness tracker (orologio per runner) ha poco senso perché servono bisogni diversi». Gli sportwatch permettono di monitorare le attività sportive, le funzioni vitali e i percorsi effettuati attraverso cardiofrequenzimetri con Gps e altimetri integrati. Gli smartwatch invece sono spesso interfacce intelligenti del telefono. E vivono con esso. Dal 2015 al 2017 l'adozione di orologi intelligenti è cresciuta del 48% e rappresenta all'interno delle tecnologie indossabili un terzo del giro d'affari complessivo (11 miliardi d dollari). Eppure, secondo Angela McIntyre, direttore della ricerca di Gartner, sono gli accessori per lo sport quelli con un futuro più chiaro. «Di tutte le tecnologie fitness , gli orologi sportivi sono la categoria di prodotto che promette di mantenere il suo prezzo medio di vendita al dettaglio nel corso dei prossimi anni », ha detto la McIntyre . Su questo segmento si è specializzata negli anni la multinazionale Garmin. Nasce nell'aviazione, poi passa alla nautica (radar e cartografia) e atterra sull'automotive. Negli anni Novanta è la regina dei navigatore satellitari (si divide il mercato con TomTom). Oggi l'azienda originaria del Kansas (Usa) deve il 60% del suo fatturato ai dispositivi per la corsa, la biciletta e per lo sport professionale, il 20% ai Gps per l'auto e il resto alla nautica. «Siamo una azienda in salute. A livello mondiale - commenta il manager italiano - registriamo un fatturato di tre miliardi di dollari. Quest'anno siamo cresciuti del 18% con un incremento del margine lordo operativo del 19 per cento». Anche In Italia i conti del 2015 sono andati bene con il fatturato cresciuto a doppia cifra e il mol è passato dal 15 al 17%. I repentini cambi di pelle sono la cifra dell'industria tecnologica moderna sempre più dominata da grandi marchi (asiatici e californiani) in grado di controllare le principali piattaforme tecnologiche (Google e Apple in primis). In questo scenario Garmin è una mosca bianca perché ha trovato nello sport il suo punto di vantaggio rispetto ai concorrenti. «Da noi - spiega Viganò - sono quasi tutti ingegneri (sei su dieci ndr), non abbiamo esposizioni con le banche e investia- mo tutto in tecnologia. È vero che esistono colossi come Apple, Samsung ma la chiave è imparare velocemente». Negli ultimi due anni Garmin ha acquisito ben tre startup, una sudafricana che ha inventato un sistema radar per bici (iKubu), poi negli ultimi due mesi le americane PulsedLight e Delorme. «Stiamo crescendo nello sport e non escludo - commenta a bassa voce - che presto o tardi l'Italia potrà svolgere un ruolo importante nel design ». L'Italia potrebbe quindi nel breve periodo diventare un luogo dove trovare talenti e ispirazione per rendere gli sportwatch competitivi con gli smartwatch anche sul lato del design. Su questo terreno sappiamo che anche Apple ha annunciato di voler investire in un centro per il design destinato agli sviluppatori. Mentre Samsung ha lanciato dei corsi, sempre per programmatori di app, all'università. Secondo gli analisti di Gartner uno dei driver di sviluppo di questo mercato è proprio nella specializzazione delle funzioni e al tempo stesso nella convergenza delle interfacce. In questo senso Garmin, a differenza di altri competitor, punta molto sui dati e sulla gestione delle informazioni offrendo cluster e metriche per i professionisti dello sport. Anche per questo, volendo guardare avanti, i colossi come l'azienda del Kansas che puntano su hardware e software sono forse i migliori candidati a entrare nel mirino di chi ha bisogno di aggredire fasce specifiche di mercato. Parliamo delle grandi piattaforme tecnologiche che hanno le risorse per crescere e conquistare nuovi mercati acquisendo i “migliori” nel loro campo. Ma anche i produttori asiatici più concentrati sull'espansione e sull'acquisizione di marchi. Molto dipenderà dallo sviluppo delle wearable technologies e dall'assestamento degli attori in campo che nel giro dei prossimi cinque-sei anni dovranno trovare un punto di equilibrio.
LO SCENARIO Dal 2015 al 2017 gli orologi intelligenti sono cresciuti del 48%, pari a un terzo del giro d’affari delle tecnologie indossabili (11 miliardi $)