Il Sole 24 Ore

Rame, prezzi in ripresa ma le previsioni Codelco restano ancora prudenti

Offerta abbondante, arr ivano i primi tagli dalla Cina Il ceo Pizzarro: conti in attivo anche con nuovi ribassi

- Gianni Mattarelli

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Sul fronte dell’offerta non mancano tuttavia iniziative per ridurre l’offerta. La Jiangxi Copper, primo produttore integrato cinese, ha per esempio comunicato di tagliare del 6,7% quest’anno la raffinazio­ne di rame in linea con le proposte concordate con i principali impianti della Cina di ridurre la produzione per sostenere i prezzi. Il taglio risultereb­be di 80mila tonnellate portando la quantità raffinata quest’anno a 1,175 milioni di tonnellate e seguirebbe un’iniziativa simile della Tongling Nonferrous Metals, secondo produttore locale, di diminuire la produzione di 110mila tonnellate nel 2016.

Sembra perciò essere stata messa in atto la decisione presa qualche mese fa dai maggiori raffinator­i cinesi di ridurre la produzione del 2016 per almeno 350mila tonnellate, preparando­si a ulteriori tagli nel caso che sia prezzi che profittabi­lità si deterioras­sero maggiormen­te.

La Jiangxi ha ammesso che ci fu uno sbilancio tra offerta e domanda nel 2015, mentre le condizioni economiche potrebbero restringer­e quest’anno la crescita della domanda di rame, per cui ridurrebbe­ro anche le estrazioni dalle proprie miniere, limitandos­i a incrementa­re di 50mila tonnellate la produzione di vergella portandola nel 2016 a un milione di tonnellate (essendo la vergella ottenuta da catodi ciò non aumentereb­be l’offerta totale di rame). Il piano di tagli in Cina, che fu accolto con cau- tela dal mercato, sembra pertanto avviato.

Dai consumator­i cinesi vengono tuttavia notizie ribassiste sulle prospettiv­e di quest'anno. Secondo un’indagine di Fastmarket­s la maggioranz­a degli utilizzato­ri non si aspettereb­be aumenti della domanda di rame, con fiacche vendite di autoveicol­i e condiziona­tori, unite alla debolezza del settore delle abitazioni, che nel complesso bilancereb­bero le maggiori richieste dai maggiori i nvestiment­i nella rete elettrica statale.

Alcune delle maggiori fabbriche di tubi si aspettereb­bero ordini inferiori per il prossimo trimestre in confronto allo scorso anno, sebbene in marzo sia stata mantenuta l’operativit­à pur con ordinativi in calo quasi del 10%, mentre altri impianti manifattur­ieri segnalereb­bero un’attività al 70% della capacità produttiva, dall’80% dello scorso anno. In ribasso soprattutt­o la produzione di condiziona­tori che sono in calo del 15% annuo a causa dell’alto livello delle giacenze di prodotti finiti e nonostante le incoraggia­nti vendite all'esportazio­ne dl primo trimestre. Resta la nota positiva dell’incremento degli investimen­ti statali nella rete elettrica che, dopo i 70 miliardi di dollari del 2015, ammonteran­no a 352 miliardi tra il 2016 e il 2020 e costituira­nno indubbiame­nte un forte supporto alla domanda di rame.

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