Fmi: rischi da Cina e Brasile
Borse Ue in lieve ripresa ma non Piazza Affari, in calo (-0,8%) con le banche
Le difficoltà dei paesi emergenti, in particolare di Cina e Brasile, rappresentano un rischio per i mercati finanziari mondiali e potrebbero trasmettere il “contagio” alle Borse dei paesi avanzati. È lo scenario tratteggiato dal Fondo monetario internazionale nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria. Borse europee in lieve ripresa con l’eccezione di Milano (-0,8%) appesantita dalle banche.
pProve di rimbalzo per i listini azionari europei, ma non per Piazza Affari nel giorno in cui il Tesoro ha avviato il collocamento del nuovo BTp Italia, il nono della serie per il titolo di Stato legato all’inflazione del nostro Paese. Al termine di una giornata piuttosto altalenante, an- che perché priva di spunti macroeconomici rilevanti, il listino milanese ha infatti dovuto cedere il passo a causa delle vendite che nel primo pomeriggio si sono ancora una volta intensificate sui titoli del settore bancario e che hanno provocato una discesa del Ftse Mib dello 0,77 per cento.
È andata meglio al resto d’Europa che, pur senza strafare, ha chiuso la giornata invertendo la tendenza ribassista mostrata nelle ultime due sedute della scorsa settimana: Francoforte è risalita dello 0,28%, Londra dello 0,30% e Parigi dello 0,53%, mentre la sola Madrid è rimasta al palo (-0,06%). Il bilancio sarebbe stato anche migliore se Wall Street non si fosse mostrata così incerta in avvio e se la rottura delle trattative per la fusione fra le francesi Bouygues e Orange non avesse frenato il comparto delle telecomunicazioni europee (-3,2% l’EuroStoxx di settore).
Del resto, di spunti nuovi sui mercati sene sono visti pochi ieri: un po’ di attenzione al tema Bce, con le parole del capoeconomista e membro del board, Peter Praet, che lasciano aperta la porta a ulteriori misure espansive da parte dell’Eurotower in caso di necessità; e soprattutto ancora molta altalena di riflesso al prezzo del petrolio, sceso nella prima mattina, poi in recupero e infine di nuovo moderatamente in disce- sa. Non hanno poi certo contribuito a cambiare radicalmente il quadro della situazione leva lutazioni contenute nel G lob al Fin an ci al Stability Report dell’Fmi sui rischi crescenti di un eventuale shock in Cina sugli altri emergenti.
Tornando all’ obbligazionario, ieri si è visto un lieve allargamento dello spread Italia-Germania a 111 punti base legato però più che altro a un abbassamento dei rendimenti del Bund decennale, che con i suoi 13 centesimi resta molto vicino ai minimi degli ultimi 11 mesi. E in tema di titoli di Stato, la prima giornata di collocamento ai risparmiatori del nuovo BTp Italia con scadenza aprile 2024 si è chiusa con richieste complessive per 2,3 miliardi di euro suddivise in 28.361 contratti.
Il quantitativo è inferiore a quello registrato nelle altre sedute di esordio (se si esclude l’emissione del giugno 2012) ma non per questo il Tesoro sarà necessariamente preoccupato, visto che l’intento non dichiarato delle ultime operazioni (a partire cioè dalla prima del 2014) è semmai quello di contenere le richieste. Ci sono poi altre «attenuanti» da tenere in considerazione: «La giornata non certo positiva dei mercati e ivo lumi estremamente contenuti sul secondario non hanno certo favorito le richieste», ha sottolineato Piero Grilli, Responsabile desk governativi e Cds di Banca Akros, Co-Dealer per l’operazione, il quale non esclude «che la cedola reale minima, fissata allo 0,4%, possa anche essere aumentata».
Il fatto che l’inflazione sia estremamente contenuta, addirittura negativa, non spinge del resto psicologicamente i risparmiatori a investire in questa tipologia di strumento, che pure potrebbe divenire interessante in caso di una ripresa dei prezzi innescata dalle mosse Bce. Con i 2,3 miliardi raccolti ieri il Tesoro resta tuttavia pienamente in linea per raggiungere i 7 miliardi, che equivale al quantitativo deiBTp Italia giunti a scadenza la scorsa settimana, e che può essere considerato quindi un obiettivo gradito.
TITOLI DI STATO L’ulteriore abbassamento dei rendimenti del Bund porta lo spread con il BTp ad allargarsi a quota 111 punti