Il Sole 24 Ore

Un doppio segnale

- di Lina Palmerini

Imagistrat­i che ascoltano il ministro Boschi a pochi metri da Palazzo Chigi. E subito dopo la sinistra Pd, riunita nella direzione del partito, sferra un attacco tra i più duri di questi ultimi tempi. «Non hai la statura del leader ma qualche volta hai l’arroganza del capo», diceva Cuperlo contro Renzi. Sarà un caso ma nello stesso giorno arriva un doppio segnale al premier, dalla magistratu­ra e dalla minoranza che porta sulla scena politica uno strappo proprio a ridosso della campagna elettorale. Il segno di una guerra che si consumerà nel voto delle amministra­tive, prima ancora che nel referendum costituzio­nale.

L’affondo, nella direzione del Pd, non se l’aspettava nessuno. Un colpo a effetto che sembra aver colto di sorpresa lo stesso entourage renziano. Soprattutt­o perché è arrivato nel giorno della difficoltà, con i Pm a Roma ad ascoltare il ministro Boschi. Certo, le discussion­i sono all’ordine del giorno - e ieri al primo punto c’erano le trivelle - ma il fatto che parole e toni siano stati così sferzanti ha preso alla sprovvista lo stesso leader. E non è stato solo lo sfogo di alcuni, perché tra chi ha votato contro la relazione di Renzi ci sono le firme di Bersani ed Epifani, gli ultimi due leader del Pd. Segno che inizia una nuova battaglia politica nel partito. Che ha i suoi gradini da fare. Prima il referendum sulle trivelle e poi il voto amministra­tivo. La data cerchiata in rosso è il 5 giugno, quello è il bersaglio per indebolire il premier prima dello scontro finale nel referendum costituzio­nale.

È chiaro che se le urne di giugno segneranno una o più sconfitte dei candidati sindaci e un arretramen­to del Pd sotto al 30% - magari alle percentual­i del 2013 - si aprirà un’altra pagina nel partito e nel Governo. E, a quel punto, ogni scenario è aperto perché ogni sconfitta porta esiti imprevedib­ili soprattutt­o se si somma con altri problemi, economia o immigrazio­ne. È per aprire uno scenario politico nuovo che si combatte oggi nel Pd. E una battaglia ben più forte si combatte fuori. Perché mentre la minoranza metteva sotto accusa metodi e sostanza della politica renziana, fuori i 5 Stelle già parlavano di “Trivellopo­li” e i magistrati di Potenza stavano ascoltando il ministro Boschi da poco meno di un’ora.

Il fatto nuovo, insomma, è che non c’è più solo il logorament­o di un leader, la fatica dopo due anni di Governo e risultati con il contagocce, quello che prende forma sulla scena politica è una combinazio­ne tra eventi e forze che si vanno coalizzand­o. Tra le inchieste giudiziari­e che devono fare il loro corso, il sentimento che creano nell’opinione pubblica e l’opposizion­e che cerca un amalgama tra questi fatti per andare verso le urne combattend­o sul terreno più adatto per sconfigger­e Renzi. Il punto è quanta parte della minoranza Pd è di questa partita. Ieri Roberto Speranza, pur criticando «l’insufficie­nza della segreteria Pd», ha ribadito l'impegno a lavorare per la vittoria del partito alle amministra­tive. C'è chi non ne dubita e chi invece sì. Il ministro Gentiloni, per esempio, vede in questo nuovo affondo della sinistra un obiettivo che ritorna: far fuori «l’intruso» di Firenze. Non è detto che questa sia la tesi giusta, si vedrà, quello che non si capisce è la reazione del premier.

In direzione è stato più conciliant­e con la minoranza, meno aggressivo con i magistrati che domenica aveva sfidato invitandol­i a interrogar­lo sull’emendament­o di Tempa Rossa. Invece ieri era di due toni sotto quelli a cui ha abituato. Forse prende consapevol­ezza di un rischio nuovo, quel- lo di restare isolato. Forse è l’effetto che gli ha fatto sapere dei Pm dalla Boschi, asse portante del suo Governo e nel partito. Sta di fatto che ieri ha anche provato a smontare la tesi del “giglio magico”, cioè del circolo di amici toscani che ha portato a Palazzo Chigi e in pezzi dello Stato. E ha chiamato in causa il sottosegre­tario De Vincenti come esempio di un coinvolgim­ento delle minoranze. L’inizio di un cambio di strategia? Il primo indizio sarà nella scelta sul ministro dello Sviluppo economico.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy