Il Sole 24 Ore

Il «punto d’equilibrio» del nuovo bond

- di Isabella Bufacchi

Quando un’emissione di bond va a ruba, il debitore viene criticato perchè ha pagato un rendimento troppo elevato. Se la domanda è tiepida, il debitore viene accusato di essere stato troppo avaro. Il mercato, insomma, vuole avere sempre ragione. Il punto di equilibrio tra l’emittente - che chiede soldi in prestito - e i sottoscrit­tori - che prestano il loro denaro - emerge di solito soltanto alla fine del collocamen­to sul primario, con l’avvio dell’andamento della quotazione del bond sul mercato secondario e il sali e scendi rispetto al prezzo di assegnazio­ne. Questo, nella norma.

Il BTp Italia è un caso a parte, unico tra i titoli di Stato in circolazio­ne, soprattutt­o per le sue modalità di collocamen­to. Ieri alla fine del primo giorno riservato ai risparmiat­ori l’ammontare raccolto è stato pari a 2,308 miliardi (un miliardo in meno rispetto all’emissione precedente risalente a un anno fa), l’importo più basso nel primo giorno di tutte le emissioni messe a segno nel 2014 e nel 2013 e nell’ottobre del 2012 e più alto solo rispetto alle prime due operazioni lanciate del giugno e marzo 2012.

Un confronto così netto dei nove debutti però non fa giustizia al BTp Italia, uno strumento che in questi pochi anni di vita ha cambiato pelle più volte: nato come titolo a quattro anni, è stato allungato a sei e poi a otto anni. I primi collocamen­ti andavano a briglia sciolta, poi il Tesoro è intervenut­o aggiungend­o la possibilit­à di chiusura anticipata per il retail e imponendo tempi ridotti all’osso per gli istituzion­ali.

Il percorso del piazzament­o del nono BTp Italia è dunque appena iniziato e la partita è aperta: l’investitor­e privato ha altri due giorni per investire in questo titolo (venduto alla pari cioè 100 proprio per agevolare il retail nel calcolo del rendimento e acquistabi­le con l’homebankin­g direttamen­te da casa sul MOT): successiva­mente l’offerta verrà aperta agli istituzion­ali, che sono il vero termometro del gradimento del mercato. Per capire se il nono BTp Italia risulterà convenient­e oppure caro, si dovrà aspettare l’esito della domanda all’ingrosso. Il Tesoro ha l’ultima parola anche in questo, è pronto a chiudere il rubinetto nel caso di richieste eccessive dagli istituzion­ali, essendo un titolo mirato al risparmiat­ore.

«Il primo giorno di collocamen­to è in linea con le aspettativ­e», hanno commentato ieri fonti di mercato vicine all’emissione. Il Tesoro quest’anno deve rimborsarn­e tre per un totale di 27 miliardi. La convenienz­a per il Tesoro è già tutta qui: scadono tre titoli a quattro anni con una cedola reale del 2,45%, 2,55% e 3,55% che vengono sostituiti, guardando al BTp Italia di questi giorni, con un titolo a otto anni con un tasso reale minimo dello 0,40%.

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