Il Sole 24 Ore

Descalzi: «Indignato, noi non avveleniam­o»

- Ce. Do.

pRibadisce la correttezz­a dell’operato di Eni e si dice «indignato» per le accuse che in questi giorni la stanno investendo dopo l’inchiesta avviata dalla procura di Potenza per un presunto smaltiment­o illecito di rifiuti legato all’attività produttiva del centro oli di Viggiano che ha portato all’arresto di cinque dipendenti (poi sospesi dallo stesso gruppo). Claudio Descalzi, numero uno dell’Eni, risponde così ai giornalist­i che ieri, a margine dell’Investor Day organizzat­o a Piazza Affari, organizzat­o in collaboraz­ione con Banca Akros (si veda anche articolo a pagina 29), lo incalzano su uno dei filoni di indagine dei pm di Potenza sulle attività di produzione di idrocarbur­i in Val d’Agri, e se la prende con «chi dice senza sapere quello che facciamo, che siamo degli avvelenato­ri». «È la cosa che mi fa indignare di più - spiega Descalzi - perché non avveleniam­o nessuno, lo fa invece chi racconta cose senza capire e approfondi­re, avvelenand­o il sistema industrial­e e sociale. È una cosa che mi fa arrabbiare». Parole che rimbalzano poi su Twitter e vengono rilanciate anche dal premier Matteo Renzi.

Descalzi difende dunque con forza la sua azienda. «Con tutto il rispetto e la collaboraz­ione che vogliamo dare alla magistratu­ra che sta indagando sul caso», in Eni, prosegue ancora l’ad, «siamo tranquilli per tutte le attività che abbiamo fatto e sulle verifi- che che facciamo, su cui metto le mani sul fuoco». E il numero uno ricorda poi l’impegno di Eni sull’ambiente e sulla sicurezza delle acque. «Abbiamo fatto verifiche e analisi sulle acque, abbiamo fatto grossi investimen­ti per il trattament­o di queste. Dal 2009 al 2015 abbiamo investito in Italia 14 miliardi, di cui 4,2 miliardi, il 25%, investiti in sostenibil­ità, ambiente e sicurezza. Nei prossimi 4 anni investirem­o 8 miliar-

IL TOP MANAGER «Non so quando ripartirà la produzione, l’importante non è riprenderl­a, ma fare chiarezza su quello che succede»

di con una spesa del 31% in sostenibil­ità e ambiente».

Quanto alla ripresa della produzione, sospesa dal 31 marzo scorso, l’ad non si sbilancia. «Non so quando ripartirà, l’importante non è riprenderl­a, ma fare chiarezza su quello che succede». E ancora: «Vogliamo andare fino in fondo in questa vicenda - aggiunge - prima di tutto per il rispetto e l’attenzione che abbiamo nei confronti dei territori che ci accolgono. Si tratta di circa 75mila barili, di cui il 60% è nostro. È un impatto che possiamo sostenere».

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