Nel piccolo Stato del canale registrate 350mila società
Opacità, ma soprattutto segretezza. È la chiave che ha sancito negli ultimi anni il successo di Panama tra i paradisi fiscali internazionali. Il paese del Canale resta un “buco nero”. «Un grande buco nero, una delle giurisdizioni più segrete al mondo», chiarisce Alex Cobham, direttore delle ricerche del Tax Justice Network, l’organizzazione indipendente fondata da John Christensen che elabora il Financial Secrecy Index, una classifica dei paradisi fiscali mondiali.
Panama, al 13mo posto nella lista, è diventata in questi anni la “Hong Kong dell’America latina”, la “sin city”, il crocevia del riciclaggio dei soldi dei narcotrafficanti colombiani e venezuelani, il punto di approdo di evasori fiscali e politici corrotti. Del resto, il Fondo monetario Internazionale in un report del 2014 aveva già lanciato l'allarme sulla vulnerabilità di Panama «al riciclaggio».
I dati sulla crescita vertiginosa delle società registrate nel paese spiegano meglio di ogni altra cosa il ruolo che Panama ha assunto nel mondo dell'offshore. Nel registro del commercio di Panama sono registrate più di 350mila International business companies (Ibc), società che offrono sicuri vantaggi in termini di flessibilità e riservatezza ma soprattutto fiscali. Quelle 350mila scatole vuote rappresentano la concentrazione più elevata al mondo di Ibc dopo Hong Kong e dopo le Isole vergi- ni britanniche. Creare una società a Panama è un’operazione semplicissima. La spesa è di circa 1.200 dollari, ai quali vanno aggiunti 300 dollari per coprire le tasse governative e altre poche centinaia per pagare i professionisti che siederanno nel consiglio di amministrazione e fungeranno da schermi dietro i quali si celeranno i reali proprietari. Ma il fattore più attrattivo è che le azioni della società possono essere al portatore. Il proprietario, cioé, è chi di volta in volta possiede fisicamente i titoli. Le azioni, insomma, sono come una banconota: cambiano proprietario a seconda di quale tasca li contiene. È logico che in presenza di un sistema del genere, Panama sia diventata il perfetto paradiso per riciclatori di ogni sorta. Nel report del 2014 il Fondo monetario internazionale sottolineava come nel Registro pubblico di Panama mancassero le informazioni sulla proprietà e sul controllo delle società, che sono note solo ai cosiddetti “agenti residenti”, cioé ai professionisti delle law firm come Mossack Fonseca. Ecco perché i “Panama papers” sono così importanti.
Neppure di fronte a una richiesta di rogatoria gli evasori rischiano davvero. La legge panamense concede 70 giorni agli inquirenti per portare avanti investigazioni preliminari prima che i magistrati siano obbligati ad avvisare gli indagati dell’esistenza di un’inchiesta a loro carico. Ma a quel punto l’inchiesta sfuma.
IL QUADRO Per creare una società servono meno di 2mila dollari Le azioni possono essere al portatore