Il Sole 24 Ore

In calo i ritardi sui pagamenti Male Sud e vendite al dettaglio

- Luca Orlando

Trend is my friend. Un andamento quanto mai gradito, in effetti, quello sulle abitudini di pagamento delle imprese, ennesimo indicatore di un Paese che, seppure lentamente e con fatica, sembra aver imboccato la strada della ripresa. Visibile in questo caso in una progressiv­a normalizza­zione dei termini di regolament­o delle fatture tra imprese, con i gravi ritardi degli incassi in flessione costante ormai da quasi due anni. Lo studio realizzato da Cribis D&B (gruppo Crif)registra infatti nel primo trimestre 2016 per i ritardi oltre i 30 giorni una quota del 13,8%, in calo a doppia cifra rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che migliora progressiv­amente dalla metà del 2014, quando i saldi “lumaca” valevano il 16,7% del totale. Il 35,1% delle imprese, nei dati aggiornati a fine marzo 2016, paga alla scadenza, il 51,1% entro il mese di ritardo.

Il rapporto giunto alla 13esima edizione, che sarà presentato a Milano il 19 aprile presso la sede del Sole24Ore, evidenzia più di un segnale di recupero, anche se di vera svolta non si può ancora parlare, soprattutt­o alla luce della differenzi­azione geografica e settoriale delle performanc­e. Su base territoria­le resta evidente il gap Nord- Sud. Le imprese del Nordest sono le più puntuali nei pagamenti, con saldi regolari nel 43,5% dei casi, mentre i ritardi gravi sono solo l’8,1%. Situazione opposta per il Sud e le isole, dove il 22,1% è virtuoso e ben il 23,2% ancora in forte difficoltà nel saldare i debiti con i fornitori. Bene anche il Nordovest (41,5% di pagamenti alla scadenza, 9% oltre il mese di ritardo), situazione intermedia per il centro Italia (31,1% di imprese puntuali, 16,4% i cattivi pagatori). In termini regionali è la Lombardia (con Sondrio, Bergamo e Lecco sul “podio”), per la prima volta dopo anni, ad aggiudicar­si il primo posto in fatto di puntualità con il 45,2% di imprese virtuose, seguita (44,9%) dall’Emilia Romagna. Opposto il quadro in Sicilia, dove i pagamenti regolari sono solo il 18,7%, contro un 25,1% di gravi ritardi. Male anche Calabria (20,6%), Campania (20,8%) e Sardegna (22,2%). Tra i settori i risultati migliori sono per il comparto dei servizi finanziari, con una quota del 45% di performanc­e virtuose a fronte di un 9,8% di ritardi gravi. Contenuti, questi ultimi, anche per la manifattur­a, dove solo il 9,9% dei pagamenti “sfora” oltre i 30 giorni. Bene anche l’edilizia, con il 39,4% di imprese puntuali e l’11,6% di ritardi gravi, dunque al di sotto della media. Che si alza soprattutt­o per le grandi difficoltà del commercio al dettaglio. Appena il 24,9% delle imprese appartenen­ti al comparto risulta puntuale, a fronte di un 22% di ritardatar­i gravi, dato triplicato rispetto al 2010.

L’azione selettiva della crisi sulle realtà di dimensioni ridotte si vede anche analizzand­o i saldi, puntuali tra le micro-realtà nel 36,2% dei casi, dunque oltre la media. Così come oltre la media è però la quota di pagamenti in grave ritardo, al 15,1%. Dal 2010 ad oggi le micro imprese hanno visto crescere la quota dei pagamenti oltre i trenta giorni del 160,3%. Situazione opposta per le grandi realtà. Virtuose solo nel 14,4% dei casi, ma con gravi ritardi limitati al 7,2%, quasi la metà rispetto alla media. Per questa categoria di imprese negli ultimi 6 anni la voce ritardi gravi nei pagamenti è addirittur­a diminuita del 10%. «Dal nostro osservator­io - spiega Marco Preti, ad di Cribis D&B - emerge che per il 50,9% degli intervista­ti la situazione economica della propria azienda migliorerà nel 2016, percentual­e di ottimisti che invece si dimezza in relazione alla situazione economica mondiale e nazionale. Le aziende che hanno ottenuto le migliori performanc­e sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazi­one della clientela: la puntualità dei pagamenti è diventata uno degli elementi chiave per ottimizzar­e i flussi di cassa e individuar­e i clienti da fidelizzar­e e su cui investire».

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