Il Sole 24 Ore

Arredo «verde» più competitiv­o

- Gi. M.

L’attenzione all’ambiente e all’utilizzo delle risorse non è soltanto un dovere etico per le imprese, ma anche un fattore di competitiv­ità. Sono i numeri a dirlo: quelli presentati ieri a Roma da Fondazione Symbola e Federlegno­Arredo con la ricerca «Il made in Italy abita il futuro. Il legno-arredo verso l’economia circolare».

Il principio è valido per tutta la manifattur­a italiana, ma tanto più per una filiera, come il legno-arredo, la cui galassia va dalle aziende di prima trasformaz­ione della materia legnosa fino a quelle del mobile o dell’edilizia, e dunque è tanto più interessat­a al passaggio dal vecchio modello della “economia lineare ”( produz ione-consumoeli­minazione )a un nuovo modello produttivo, eco sostenibil­e e più efficiente, che punta a ridurre gli scarti, a recuperare quelli che eventualme­nte rimangono, così come i materiali usati.

Secondo la ricerca l’industria italiana del legno-arredo è tra le più «verdi» non solo nel confronto con altri settori , ma anche, all’interno dello stesso comparto, rispetto agli altri Paesi europei. Le aziende italiane utilizzano 30 tonnellate equivalent­i di petrolio (tep) ogni milione di euro prodotto, contro le 68 della media Ue (39 per il Regno Unito, 56 per la Francia e 63 per la Germania). Quanto alle emissioni, produce 39 tonnellate di CO2 per milione di euro, contro le 50 dei tedeschi, le 52 dei francesi e le 93 degli inglesi.

«Questa attenzione alla sostenibil­tà interessa diversi settori del nostro manifattur­iero – fa notare Realacci – ma le imprese italiane del legno-arredo sono tra quelle che, in Europa, investono di più in ricerca e sviluppo». Tra il 2008 e il 2015, infatti, il 31% di queste imprese ha investito per migliorare le performanc­e ambientali contro la media nazionale del 24,6%. Riservano inoltre a ricerca e sviluppo 56,4 milioni, contro i 44,6 milioni degli inglesi, i 39,9 dei tedeschi e i 17,5 dei francesi. Sforzi che pagano, fa notare Realacci: le aziende del legno-arredo che hanno investito nella green economy tra il 2012 e il 2014 sono risultate più competitiv­e della media: il 23,4% ha registrato un aumento di fatturato (contro il 17,6% di chi non ha investito per l’ambiente); il 37,2% ha esportato i propri prodotti (contro il 22,4%); il 23,1% ha assunto (contro il 10,1%).

Questo dimostra fa notare il presidente di Federlegno­Arredo RobertoSna id ero, che anche il temadell’ e coso tenibilità diventa un elemento che – come il design e la bellezza – dà valore aggiunto ai prodotti italiani, creando quella qualità« che ha contribuit­o a imporci sui mercati anche in fasi difficili. Qualità che passa attraverso la

IL CONFRONTO Le aziende dell’arredo usano 30 tonnellate equivalent­i ogni milione di euro prodotto contro la media Ue di 68 tonnellate

cura del dettaglio e l’attenzione a processi produttivi sostenibil­i e virtuosi». E l’attenzione alla sostenibil­ità interessa l’intera filiera, come fa notare Paolo Fantoni, presidente di Assopannel­li: «I produttori italiani di pannelli sono tra i leader in Europa per sostenibil­ità ambientale e questo si riflette anche sui produttori di mobili made in Italy, che in futuro dovranno puntare sempre di più sulla ecososteni­bilità per la promozione del design italiano nel mondo».

Ma i risultati conseguiti non bastano, conclude Fantoni: «Occorre fare di più per incentivar­e l’uso a cascata delle risorse, cominciand­o con il definire, istituzion­i e imprese insieme, cosa significa questo tipo di utilizzo, e come differenzi­arlo a seconda dei territori. Tema che sarà al centro della prossima assemblea dei produttori europei di pannelli, in luglio ».

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