Boffi traina il rilancio di De Padova
A un anno esatto dall’acquisizione, da parte del gruppo Boffi (cucine, bagni e armadiature) del marchio di design DePadova, il bilancio dell’operazione è molto positivo per l’amministratore delegato del gruppo, Roberto Gavazzi.
Perché un’operazione tutta made in Italy è riuscita non soltanto a salvare un’azienda storica in difficoltà (negli anni della crisi il fatturato si è dimezzato, da 16 a 8circa milioni), ma anche a porre le fondamenta per il suo rilancio. Spingendo in particolare sulle esportazioni che, dal 33% circa del fatturato, già nei primi tre mesi di quest’anno sono salite al 50%, spiega Gavazzi, con un aumento delle vendite del 25%, avviando quell’inversione di tendenza che era negli obiettivi 2016 del gruppo. Merito soprattutto del sostegno portato a De Padova dalla rete distributiva di Boffi (che esporta l’80% del fatturato attraverso una rete di multimarca e monomarca, tra cui 22 negozi a gestione diretta), ma anche del nuovo showroom milanese di via Santa Cecilia che, dallo scorso ottobre, ha sostituito la storica vetrina su strada di Corso Venezia, che da sola realizzava un terzo dei ricavi. Nel primo trimestre dell’anno, le vendite di soli prodotti De Padova nel nuovo negozio hanno raggiunto il livello di quelle realizzate nel vecchio store nei primi tre mesi del 2015, livello di gran lunga superato se si considerano anche i mobili Boffi, che rappresentano il 20% dell’offerta nello showroom.
Segno di una integrazione riuscita tra i due marchi che, dice ancora l’amministratore delegato, dovrà ripetersi anche in altre città sui mercati esteri chiave, con la riproposizione dello stesso modello: non una vetrina su strada, ma un luogo della progettazione, un negozio “da scoprire”, rivolto soprattutto a una clientela di professionisti che entrano non tanto per acquistare un singolo prodotto, ma per ottenere consulenza, progetti e servizi di alta qualità.
Prossimo obiettivo Londra (possibilmente entro l’anno), «una città che da sola vale un Paese», commenta Gavazzi . Ma an- che gli Stati Uniti (dove Boffi realizza il 26% del fatturato) e naturalmente l’Asia. Il tutto per portare a fine 2016 l’export di De Padova almeno al 60%, non certo a scapito dell’Italia che mostra segnali di ripresa, ma per aumento complessivo dei ricavi, previsti a 9,5 milioni (dai 7,8 del 2015). Buone le attese anche per Boffi, che nel 2015 è cresciuta del 25% raggiungendo i 78 milioni. «Per fine anno dovremmo arrivare a un consolidato di 95 milioni – conclude Gavazzi – non lontani da quella soglia di 100 milioni che ritengo una dimensione giusta per essere aggressivi al punto giusto sui mercati esteri».
L’OBIETTIVO L’ad del gruppo Gavazzi: «Integrazione tra i due brand riuscita. Puntiamo a raggiungere un consolidato di 100 milioni entro l’anno»