Stretta di Enel su Metroweb, Telecom al bivio
«Nessuna partita ci spaventa», ha dichiarato ieri il presidente Telecom Giuseppe Recchi. Ma la sfida virtuale con l’Enel continua. Il gigante elettrico potrebbe annunciare in tempi brevi l’ingresso col 30% in una newco per la rete con gli azionisti di Metroweb, F2i e Cdp. Telecom, che per decidere aspetta l’arrivo del nuovo ad Flavio Cattaneo, dovrebbe fare il punto oggi con il presidente Cdp Claudio Costamagna.
La presentazione del progetto Enel per la banda ultralarga, giovedì a Palazzo Chigi, potrebbe essere l’occasione per l’annuncio di un accordo con Metroweb. Anche se a livello tecnico il tema sembra ancora prematuro, dal Governo arriverebbe più di un auspicio a chiudere in tempi stretti. L’impianto dell’operazione a grandi linee è già stato disegnato. F2i e Cdp (che passerebbe la partecipazione sotto Cdp Equity) avrebbero la maggioranza della società per la costruzione della rete di nuova generazione, mentre l’Enel rileverebbe una quota del 30%. Se così fosse, Telecom - alle prese col cambio della guardia al vertice - si ritroverebbe davanti al fatto compiuto: accettare di andare avanti con Metroweb, a questo punto partecipata anche dal gigante elettrico, oppure ingaggiare una sfida sui costi, con il gruppo guidato da Francesco Starace che stima di poter realizzare la rete, utilizzando le sue strutture, a sconto di almeno il 20% rispetto alle vie tradizionali.
A parole l’azionista di riferimento di Telecom, Vivendi, sembrerebbe favorevole a chiudere un accordo con Metroweb. L’incumbent ha tutte le carte pronte per licenziare il progetto, ma per la decisione si aspetta l’insediamento del nuovo ad, Flavio Cattaneo, al prossimo consiglio che dovrebbe tenersi il 12 aprile a Milano, se nel frattempo sarà stato risolto il rapporto con Ntv. L’idea dell’azienda - questo almeno era il programma del precedente ad Marco Patuano - sarebbe ancora quella di formalizzare l’accordo entro aprile. E oggi, a quanto risulta, è prevista una riunione con il presidente di Cdp Claudio Costamagna alla quale dovrebbe partecipare il direttore finan- ziario di Telecom, Piergiorgio Peluso, che sta seguendo il progetto e anche l’ad designato. L’eventuale salto in avanti dell’Enel sulla partita Metroweb rimescolerebbe però di nuovo le carte sul tavolo, anche se - come è stato ribadito più volte - non ci sarebbe nessuna preclusione a un ingresso nella compagine dell’incumbent che per Metroweb è sempre stato l’interlocutore naturale. Nell’impianto che era stato accettato da Cdp, Telecom avrebbe dovuto avere il 67% del capitale della newco per la rete, con l’opzione a salire al 100% al termine degli investimenti, tenendo fuori per il momento Milano, Bologna e Torino, dove Metroweb ha già completato la rete o dove ha già iniziato a cablare. È chiaro però che con l’arrivo di un nuovo socio, l’Enel, anche le percentuali di partecipazione al capitale andrebbero ridiscusse.
Nel frattempo, mentre il titolo soffre anche per la prospettica concorrenza dell’Enel (ieri ha ceduto un altro 3,83% per chiudere a 88 centesimi), il mercato si chiede se e come Telecom sarà coinvolta nell’iniziativa che il suo azionista di riferimento pare sia in procinto di concludere nel campo delle pay tv. Pare infatti che questa volta Vivendi e Mediaset siano alla stretta finale su Mediaset Premium, che passerebbe interamente sotto le insegne francesi dato che l’uscita del Biscione dal capitale della paytv (ancora in rosso) trascinerebbe contrattualmente anche quell’11% detenuto oggi da Telefonica. L’operazione, che non si tradurrebbe in una semplice compravendita, sancirebbe un’alleanza tra i due gruppi - Vivendi e Mediaset - cementata da uno scambio azionario compreso tra il 2,5% e il 3,5% che ciascuna delle due holding rileverebbe dell’altra, per un progetto esteso ad almeno quattro Paesi europei: Francia, Italia, Spagna e Germania. A quel punto, se non ci saranno sorprese, la media company transalpina presieduta da Vincent Bolloré si troverà ad avere in Italia il controllo totalitario della seconda pay-tv dopo Sky e la quota di riferimento, col 24,9%, di Telecom Italia. Tra gli analisti c’è chi scommette che in un secondo tempo anche l’incumbent sarà coinvolto nella partita, anche se fonti vicine alla trattativa lo escludono decisamente. Per altro verso si guarda a Orange che, fallito il tentativo di annettere Bouygues, potrebbe indirizzare le sue ambizioni oltre le Alpi, per partecipare, con maggior massa critica, a un prossimo consolidamento delle tlc in chiave europea.
L’INFRASTRUTTURA Con l’arrivo di un nuovo socio, cambierebbero le quote di partecipazione dell’incumbent, oggi summit tra Telecom e Costamagna