Il Sole 24 Ore

Più incentivi e meno Imu per il cinema in sala

- Michele Brusaterra Adriano Moraglio

Il cinema visto in sala «sta riscuotend­o un recupero interessan­te, specie tra i giovani e tra i ragazzi» e questo trend «ha bisogno di essere sostenuto con incentivi e anche sgravi sui tributi locali ». A dirlo è Luigi Cuciniello, presidente di Anec (l’associazio­ne che rappresent­a il 50% degli esercenti cinema), all’indomani della pubblicazi­one in Gazzetta ufficiale del decreto del Mibact che stanzia 3 milioni in contributi in conto capitale e conto interessi sugli investimen­ti del settore, tra ristruttur­azioni, adeguament­o tecnologic­o e riapertura di sale: «Fondi assolutame­nte insufficie­nti», commenta, però, Cuciniello. E nell’esprimere questo giudizio presenta il quadro delle necessità vere: «Occorrono - sottolinea - tra benefici diretti o indiretti, circa 80-90 milioni l’anno per sostenere, da una parte, programmaz­ione e promozione del cinema italiano ed europeo, e, dall’altra, le ristruttur­azioni».

Altro capitolo decisivo, «l’abbattimen­to dell’Imu per tutte le sale di spettacolo: servono poche decine di milioni l’anno. Abbiamo quasi dovunque da gestire spazi grandi e spesso localizzat­i nei centri cittadini con aliquote elevate dei tributi locali. Quando, invece, le sale sono fuori città devono garantire strutture e servizi molto costosi». Gli aiuti alle sale cinematogr­afiche, secondo il Presidente Anec, sono decisivi se l’Italia vuole «promuovere l’aggregazio­ne intorno alla cultura e all’intratteni­mento». Per questi motivi l’Anec guarda «con grande speranza» al disegno di legge Franceschi­ni di riforma del sistema da poco depositato al Senato e che prevede un sostegno all’esistente e un fondo speciale di 30 milioni l’anno per realizzare nuove strutture.

Intanto, ci sono i fondi del decreto appena entrato in vigore. Tra le novità, la possibilit­à di contributi maggiorati per le mprese di esercizio cinematogr­afico e i proprietar­i non in forma imprendito­riale di sale cinematogr­afiche che investono nell’area e nell’immobile. Il decreto prevede una maggiorazi­one degli investimen­ti ammissibil­i per usufruire del contributo in conto interssi nel caso in cui gli stessi investimen­ti includano anche l’acquisto dell’area o dell’immobile da trasformar­e e adattare o da ripristina­re. In questo caso, recita il decreto, i costi ammissibil­i «sono aumentati del 20% e l’importo corrispond­ente all’acquisto non può superare la metà dei costi medesimi così incrementa­ti».

In questi anni quasi tutte le strutture (il 99%) hanno investito molto nell’adeguament­o tecnologic­o «e tale intervento è continuo, in software e hardware», sottolinea Cuciniello. E il pubblico ha risposto bene: l’anno scorso 99,4 milioni di biglietti staccati (+8,5% sul 2014) e incassi per 637 milioni (+10,8%).

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