Più incentivi e meno Imu per il cinema in sala
Il cinema visto in sala «sta riscuotendo un recupero interessante, specie tra i giovani e tra i ragazzi» e questo trend «ha bisogno di essere sostenuto con incentivi e anche sgravi sui tributi locali ». A dirlo è Luigi Cuciniello, presidente di Anec (l’associazione che rappresenta il 50% degli esercenti cinema), all’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del Mibact che stanzia 3 milioni in contributi in conto capitale e conto interessi sugli investimenti del settore, tra ristrutturazioni, adeguamento tecnologico e riapertura di sale: «Fondi assolutamente insufficienti», commenta, però, Cuciniello. E nell’esprimere questo giudizio presenta il quadro delle necessità vere: «Occorrono - sottolinea - tra benefici diretti o indiretti, circa 80-90 milioni l’anno per sostenere, da una parte, programmazione e promozione del cinema italiano ed europeo, e, dall’altra, le ristrutturazioni».
Altro capitolo decisivo, «l’abbattimento dell’Imu per tutte le sale di spettacolo: servono poche decine di milioni l’anno. Abbiamo quasi dovunque da gestire spazi grandi e spesso localizzati nei centri cittadini con aliquote elevate dei tributi locali. Quando, invece, le sale sono fuori città devono garantire strutture e servizi molto costosi». Gli aiuti alle sale cinematografiche, secondo il Presidente Anec, sono decisivi se l’Italia vuole «promuovere l’aggregazione intorno alla cultura e all’intrattenimento». Per questi motivi l’Anec guarda «con grande speranza» al disegno di legge Franceschini di riforma del sistema da poco depositato al Senato e che prevede un sostegno all’esistente e un fondo speciale di 30 milioni l’anno per realizzare nuove strutture.
Intanto, ci sono i fondi del decreto appena entrato in vigore. Tra le novità, la possibilità di contributi maggiorati per le mprese di esercizio cinematografico e i proprietari non in forma imprenditoriale di sale cinematografiche che investono nell’area e nell’immobile. Il decreto prevede una maggiorazione degli investimenti ammissibili per usufruire del contributo in conto interssi nel caso in cui gli stessi investimenti includano anche l’acquisto dell’area o dell’immobile da trasformare e adattare o da ripristinare. In questo caso, recita il decreto, i costi ammissibili «sono aumentati del 20% e l’importo corrispondente all’acquisto non può superare la metà dei costi medesimi così incrementati».
In questi anni quasi tutte le strutture (il 99%) hanno investito molto nell’adeguamento tecnologico «e tale intervento è continuo, in software e hardware», sottolinea Cuciniello. E il pubblico ha risposto bene: l’anno scorso 99,4 milioni di biglietti staccati (+8,5% sul 2014) e incassi per 637 milioni (+10,8%).