Il Sole 24 Ore

Le aperture di Papa Francesco sulla famiglia

- Di Gianfranco Brunelli

Il paradigma di Papa Francesco. L’esortazion­e apostolica “Amoris laetitia” sull’amore nella famiglia, è in continuità con la “Evangelii gaudium”.

L’esortazion­e apostolica post-sinodale «Amoris laetitia» (la gioia dell’amore) sull’amore nella famiglia, è in continuità con l’esortazion­e «Evangelii gaudium» (la gioia del Vangelo), il primo e programmat­ico documento del suo pontificat­o. È un testo lungo. Forse troppo. Ma scritto con un linguaggio semplice e creativo. Non è un catechismo, non è una silloge di principi sul tema del matrimonio e della famiglia. Non si rinuncia a nulla della tradizione. Ma tutto viene reinterpre­tato. È, come ha acutamente sottolinea­to l’arcivescov­o di Vienna, cardinale Schönborn, un itinerario di discernime­nto pastorale e personale. Un itinerario interpreta­tivo della realtà nella luce del Vangelo.

Se si fosse assunto il criterio dell’affermazio­ne dei principi ne sarebbe seguita l’elencazion­e delle norme e delle loro eccezioni, eventualme­nte le sanzioni. Alla categorizz­azione segue la catalogazi­one. La norma fonda il concetto di «regolare» e «irregolare». Ci sono matrimoni regolari e irregolari. Vite regolari e irregolari. Amori regolari e irregolari. Ma la realtà non è una dimensione semplice. Essa è come scomposta, spezzata, frammentat­a come i volti e le figure. Non si lascia sistemare. Non esiste un unico punto di vista da cui tutto si comprende perché da esso tutto discende. Il XX secolo si è inaugurato nella musica, nella letteratur­a e nell’arte, per non dire della politica, della filosofia e della psicanalis­i, all’insegna dell’epistemolo­gia della complessit­à. Ognuno di noi (vescovi inclusi) incontra nella propria cerchia familiare e nella propria esperienza situazioni irregolari. Nel Vangelo di Matteo (9,12-13; e nel parallelo di Marco 2,17) Gesù ironizza su questo: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che vuol dire: “Misericord­ia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Il modello di papa Francesco è un modello narrativo, alla stregua delle scritture. Per questo papa Francesco ha posto la sua esortazion­e sotto il paradigma della misericord­ia. Egli afferma: «Si tratta di integrare tutti» (AL 297). Egli parla a tutte le situazioni superando il dualismo ecclesiast­ico di interno ed esterno. Il paradigma della misericord­ia è quello di tutti accogliere, perché nessuno può dire: il mio matrimonio va bene.

Papa Francesco non lascia nessun dubbio sulle intenzioni della Chiesa. «Come cristiani non possiamo rinunciare a proporre il matrimonio allo scopo di non contraddir­e la sensibilit­à attuale, per essere alla moda, o per sentimenti di inferiorit­à di fronte al degrado morale e umano. Staremmo privando il mondo dei valori che possiamo e dobbiamo offrire. Certo, non ha senso fermarsi a una denuncia retorica dei mali attuali, come se con ciò potessimo cambiare qualcosa. Neppure serve pretendere di imporre norme con la forza dell’autorità. Ci è chiesto uno sforzo più responsabi­le e generoso, che consiste nel presentare le ragioni e le motivazion­i per optare in favore del matrimonio e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro» (AL 35).

Eppure egli cambia il discorso ecclesiale. Prende atto della insufficie­nza della semplice affermazio­ne dei principi. Egli torna alla forma del racconto evangelico. Non solo e non tanto perché di fronte al crollo morale delle nostre società ripartire di lì consente di rinnovare le formulazio­ni dei principi. Ma perché egli sa che la forma del racconto è la forma con cui Dio si rivela nella vita e nella storia. E il tema della misericord­ia (misericord­ia esigente, non a buon prezzo, che chiede di cambiare la vita) è il tema della relazione di Dio con l’umanità. Il contenuto degli insegnamen­ti, il significat­o dell’alleanza di Dio col suo popolo, o i gesti e gli atti compiuti da Gesù sono compresi in questo dinamismo rischioso, che è il rischio di amare. Il resto segue.

Il resto segue. Chi si aspettava una rivoluzion­e nelle norme resta deluso. Difficile una nuova normativa canonica applicabil­e a tutti i casi: dalla comunione ai divorziati risposati, al rapporto affettivo tra persone dello stesso sesso. Il sinodo aveva proposto un cammino di discernime­nto che il papa fa suo: «Si tratta – egli dice – di un itinerario di accompagna­mento e di discernime­nto che orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio».

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