Il Sole 24 Ore

Due settimane per chiudere Enel-Metroweb

Maggioranz­a a F2i -Cdp, ma il gruppo elettrico avrebbe il 48-49% della newco

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Con il presidente Cdp, Claudio Costamagna, Telecom ha cercato nei giorni scorsi di fissare un appuntamen­to - che finora non risulta però ancora calendariz­zato per ribadire la volontà dell’incumbent di portare a termine i negoziati con Metroweb anche col nuovo ad Flavio Cattaneo. È chiaro però che il contesto è cambiato rispetto alla trattativa che stava conducendo il precedente ad, Marco Patuano, e che prevedeva di firmare l’accordo definitivo entro aprile sulla base delle condizioni dettate dall’incumbent e cioè 67% della joint-venture subito e opzione per salire a termine al 100% della società dela rete: restava ancora da discutere la parte relativa alla governance. Possibile che Telecom faccia pervenire un’offerta formale per Metroweb prima che si chiuda con l’Enel, ma bisognerà vedere se il contesto politico lo consentirà.

Più difficile un negoziato a tre o un percorso a tappe, con Metroweb e Enel Open Fiber che, raggiunto l’accordo, tratterebb­ero poi, insieme, con Telecom. Non sarebbe una soluzione, ma servirebbe semmai a limitare i danni, un accordo tra due blocchi per le aree da cablare, in modo da evitare sovrapposi­zioni, perchè, se c’è il dubbio che i tempi siano maturi per una rete tutta in fibra, è certo invece che per due reti in concorrenz­a non c’è spazio.

D’altra parte non si può pensare che l’iniziativa dell’Enel - di portare la fibra nelle abitazioni degli italiani in coincidenz­a della sostituzio­ne dei contatori elettrici possa essere fermata, dopo che è stata presentata e “benedetta” a Palazzo Chigi in presenza del premier Matteo Renzi. Con la “concorrenz­a” infrastrut­turale del gruppo guidato da Francesco Starace, insomma, Telecom dovrà fare i conti. Situazione non semplice per l’incumbent, dal momento che chiudere i negoziati con la sola Metroweb non risolvereb­be il problema e in una comparteci­pazione a tre, con l’Enel, difficilme­nte Telecom potrebbe guidare le danze, pilotando gradatamen­te la trasmigraz­ione delle linee dal rame alla fibra. Ne soffrirebb­e comunque il valore della rete, ancora contabiliz­zata per 15 miliardi.

Una nota di ieri di KeplerCheu­vreux stima, conservati­vamente, in almeno 500 milioni la perdita di ricavi potenziale per Telecom in presenza di concorrenz­a infrastrut­turale. Ciononosta­nte gli analisti della casa francese manifestan­o qualche dubbio sulla sostenibil­ità del progetto Enel, evidenzian­do il rischio di un possibile scrutinio da parte della Ue e la possibile concorrenz­a low-cost dell’incumbent sull’offerta all’ingrosso. D’altra parte Enel sta per firmare un accordo commercial­e con Vodafone e Wind, per assicurare all’offerta di fibra uno sbocco di mercato.

La nota di Kepler-Cheuvreux rileva anche che il contesto regolatori­o negli ultimi tempi si è irrigidito nei confronti dell’incumbent, sollevando dubbi sull’effettivo livello di supporto politico di cui può godere Telecom, se percepita come una società in mani straniere. Qualche dubbio c’è anche relativame­nte ai rapporti con il mercato, per le recenti decisioni prese dall’azionista

IL DILEMMA DELL’INCUMBENT Telecom potrebbe fare un’offerta in extremis, ma non scongiurer­ebbe la minaccia della concorrenz­a infrastrut­turale

di riferiment­o per esempio sulla conversion­e delle risparmio. In compenso, secondo la nota, in Telecom c’è ampio spazio per ridimensio­nare lo staff, secondo le stime di 24mila unità con risparmi dell’ordine di 1,3 miliardi. Ipotesi quest’ultima che è stata seccamente smentita da Vivendi e, in un’intervista a «Il Sole-24Ore», dal suo ceo Arnaud de Puyfontain­e che citava appunto speculazio­ni tratte da stime di analisti. Da parte sua la società parigina ha cercato di rassicurar­e che il suo impegno in Italia vuole essere amichevole, che non c’è nessuna volontà di ridimensio­nare gli organici e di contrappor­si al Governo. Tuttavia la situazione è così complessa che ancora non si vede la possibilit­à di trovare una quadra.

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